mercoledì 29 giugno 2011

Esempio di un Bollettino Meteorologico

Fonte: http://www.meteointernet.it/immagini-satellitari.html - Esempio di immagine satellitare non riferita alla giornata della sottostante previsione meteo 

Situazione ed evoluzione

  • Europa (ore 16.15 - 27 Giugno 2011) 

La situazione generale vede l'alta pressione subtropicale avanzare sempre più velocemente verso l'Europa meridionale e occidentale colpendo dapprima la Spagna, Francia e poi anche la Germania portando con sé aria calda e quindi condizioni di tempo stabile e temperature via via in rialzo. L'aria calda interesserà anche l'Italia dove non sono in atto particolari fenomeni significativi salvo qualche temporale di calore possibile nelle zone pedemontane.
Sono presenti invece due zone di basse pressioni che portano con se condizioni di maggiore instabilità atmosferica: una caratterizzata dalla bassa pressione islandese che avanza verso sud-est colpendo l'Irlanda, la Gran Bretagna (in particolar modo la Scozia) e il sud della Scandinavia e l'altra che staziona sul nord del Mar Nero ovvero dall'Ucraina fino al sud della Finlandia. Quest'ultimo vortice depressionario, come confermato dalle carte satellitari e dai radiosondaggi, è caratterizzato da precipitazioni temporalesche. Il primo vortice depressionario invece, meno intenso, è destinato a lasciar posto all'aria calda prima citata che lambirà le coste meridionali scandinave.

  • Previsioni Europa (breve termine) 

Rovesci e temporali sono attesi su Mar Nero, Ucraina e Bielorussia, qualche pioggia interesserà anche la Bretagna e la Spagna settentrionale, lambite dalla perturbazione atalntica sopra menzionata. Bel tempo e caldo estivo su Europa centro meridionale e Russia, con temperature massime ben al di sopra delle medie stagionali.

  • Italia (ore 16.15 - 27 Giugno 2011) 

L'Italia, come accennato, è caratterizzata da tempo stabile dovuto all'ingresso di aria calda proveniente dall'anticiclone nord-africano. Questo comporta un aumento graduale delle temperature e il conseguente attenuarsi dei venti settentrionali (nelle regioni settentrionali).
La pianura padana sarà soggetta ad un aumento termico molto consistente e da una maggiore percezione del calore dovuto al mix di temperature e di umidità elevate che porterà condizioni di disagio. In montagna potrebbe esserci lo sviluppo di temporali di calore classici della stagione estiva. Tutta la situazione comunque non avrà secondo i modelli lunga durata e con il finire della settimana rientreremo nell'alveo della normalità climatica.
Sul bordo orientale dell'alta pressione scorrono più fresche correnti balcaniche che lambiscono le nostre regioni adriatiche e ioniche.

  • Previsione Italia (breve termine) 

Il tempo sarà prevalentemente sereno su tutta la Penisola con possibili addensamenti nel tardo pomeriggio su Italia occidentale, Prealpi e dorsale appenninica.

  • Temperature – Italia 

In aumento in tutta Italia, specialmente nel settore centro-settentrionale dove si oltrepasseranno i 30°C. Più fresco invece nel settore adriatico.

  • Mari e venti – Italia

I venti saranno deboli al centro-nord mentre saranno moderati e con qualche rinforzo dai quadranti settentrionali nel settore meridionale. I mari poco mossi al nord mentre saranno mossi al sud, specie nel Mar Adriatico meridionale e nel Mar Ionio.

Segnalazioni di rischio – Europa

Si segnala agli enti della protezione civile dell'Irlanda, Scozia, Scandinavia e Ucraina la possibilità di intensi rovesci che potrebbero causare problemi nelle zone a più rischio idrogeologico. Problemi anche per la navigazione sia nel Mar Nero che nel Mare del Nord a causa del forte vento. 

Segnalazioni di rischio – Italia

Per quanto riguarda l'Italia non si segnalano particolari disagi causate dalle precipitazioni ma il vento settentrionale nelle zone meridionali della penisola potrebbero creare qualche disagio, specie per la navigazione. Possibili forti burrasche. 
Si segnala quindi situazione di vento forte proveniente da nord e mare mosso nelle zone adriatiche meridionali e Ionio. Possibili burrasche.   
Allerta caldo intenso nelle regioni centro-settentrionali, specialmente su Pianura Padana, dove le temperature massime potranno salire sopra i 30-32°C. 


venerdì 24 giugno 2011

I Reefs



Reefs artificiali
  • possono essere posizionati dall'uomo apposta;
  • possono impedire la pesca a strascico (VANTAGGIO);
  • altro tipo è costituito dai RELITTI che sono affondati per motivi naturali, artificiali (guerra) o apposta → notevole aumento di biodiversità vegetale e animale, a volte anche unico.
Questi relitti mettono a disposizione degli organismi tante e microambienti a loro favorevoli.
Reefs naturali
  • letti di ostriche → sopratutto nella fascia occidentale atlantica; sono molto più che semplice cibo: sono dei filtratori e quindi migliorano la qualità dell'acqua, costituiscono l'habitat di molti crostacei e uccelli;
  • coral reefs → costituito e mantenuto da un'unica classe di CNIDARI → ANTOZOI, hanno una forma di base comune (polipo → spesso deve costruirsi una protezione → coralli ermatipici (costruttori di barriere)); gli attinari (pomodori di mare) hanno bisogno di un substrato duro e non fanno protezioni.
Nel Mesozoico apparvero i primi Madreporari con la presenza di alghe zooxantelle nei tessuti: i processi fotosintetici qui permettono il fissaggio di anidride carbonica aumentando la loro capacità di depositare carbonato di calcio e forniscono molecole organiche indispensabili ai loro ospiti riciclando i composti inorganici di rifiuto a base di fosforo e azoto che sarebbero altrimenti eliminati. Il loro scheletro forma una coppa (corallite) la cui parete è detta teca. Lo spazio interno calice e il pavimento piastra basale. Sul pavimento troviamo gli sclerosetti che proteggono con la loro forma il polipo quando è retratto. I polipi sono collegati l'uno con l'altro tramite i cenosarchi (lamina di tessuto): questa è l'unica parte vivente della madrepora.
La crescita del corallo è molto lenta: 20 cm all'anno.

Le barriere coralline crescono grazie ai seguenti fattori ambientali:
  • temperatura → quella media annua deve essere sotto i 20°C;
  • luce → la simbiosi con gli organismi autotrofi determina un loro sviluppo verticale fino a -60 m.
  • Le formazioni coralligene avvengono tra l'equatore e il 30° parallelo nord e su;
  • sono fondamentalmente presenti sul lato orientale dei continenti e non su quello occidentale a causa della corrente Antartica;
  • Non sono presenti dove ci sono grandi fiumi in quanto vogliono acqua limpida. Sono eterotrofi. Alcuni però ricevendo più budget energetico dalle alghe simbiotiche sono autotrofi.
CNIDARIA:
  • idrozoi → hanno fase a polipo e a medusa (piccoli);
  • scifozoi → hanno la fase a medusa (molto grande) e una piccola fase a polipo);
  • antozoi → solo forma a polipo.
ANTOZOI

Esacoralli e Octocoralli, alcuni costruiscono uno scheletro esterno di carbonato di calcio.
Una colonia di Brezoi costruisce anch'essa scheletri di carbonato di calcio. Però solo gli Antozoi formano vere barriere perché sono in grado di deporre scheletri di carbonato di calcio molto velocemente, in quanto possiedono al loro interno un'alga Symbiodinium Microedatium (produzione di scheletro). → Deve esserci acqua limpida.

Ciclo riproduttivo

Come tutti gli antozoi (gorgonie). Ci sono FORME diverse:
  • ramificata;
  • compatta fogliacea;
  • compatta bidimensionale;
  • massivi massicci;
  • sferiche.
In genere 3 macroforme:
  • ramificato;
  • massiccio;
  • foglioso.
In superficie una forma ramificata aumenta la superficie di contatto con la radiazione luminosa (riflessa anche dalle bolle presenti in acqua).

Tipologie di formazioni coralligene
  • frangenti → direttamente adesa al fiondale/fascia costiera;
  • atolli → formazione circolare corallina;
  • barriera → ad una certa distanza dalla costa.
Il corallo deve crescere restando a contatto alla superficie. Secondo Darwin cresce perché cerca di crescere in senso opposto al suo sprofondamento mentre secondo il francese Daly cresce a causa dell'innalzamento del livello del mare.

Frangenti

Profilo verticale vivo (octocoralli su scheletri di esacoralli). → Mar Rosso, molto comune il guerra Millepora dichotoma (decisamente urticante).

Barriera

Esempio massimo: grande barriera corallina in Australia, barriera del Belize caratterizzata dai blu holes (sorta di grotta calcarea circolare foramtasi durante l'ultima Era Glaciale a causa del basso livello del mare. Quando il livello aumentò il tetto della grotta crollò dando origine ad un pozzo sommerso dove alle pareti troviamo stalattiti lunghe fino a 12 m), barriera della nuova Caledonia, Bahamas. In Brasile ci sono un sacco di specie endemiche come il Mussimila.

Atolli

Si trovano maggiormente nell'isola del Pacifico. Es.: lingua di Truk

Il cambiamento climatico distrugge i coralli. Quando un corallo è sotto stress si sbiancano e a volte ci mettono molto tempo per tornare normali, se le condizioni tornano quelle ideali. Altri fattori che provocano stress ai coralli sono:
  • irraggiamento solare;
  • cambiamenti composizione chimica dell'acqua (salinità);
  • cambiamento della trasparenza dell'acqua;
  • variazione delle correnti (accumulo di sedimenti);
  • malattie;
  • inquinamento.

Foreste di Mangrovie

Sono l'equivalente tropicale e subtropicale della lagune salmastre dei climi temperati. Sono fageromane adatte a vivere nella zona intertidale.
Si accumulano su coste protette dove si accumulano sedimenti fangosi. La specie più comune è quella rossa che è facilmente riconoscibile dalle radici di sostegno che vanno verso il basso.
Il margine esterno della foresta è dominato dalla mangrovia bianca, quello interno della fascia a mangrovia rossa è dominato da quella nera mentre quella bianca è ancora più lontana.
La mangrovia nera grazie allo sviluppo di pneumatofori, notevoli estensioni non ramificate di radici superficiali, i quali crescono verso l'alto, permettono di ossigenare la pianta e di resistere quindi a salinità maggiori presenti durante l'allagamento dovuto alle alte maree. Le mangrovie bianche invece non tollerano facilmente questo tipo di ambiente ed è per questo che si trovano solo lungo il margine terrestre della foresta.
Nelle foreste vivono moti animali come ad esempio i granchi che grazie al loro scavare per crearsi tante ossigenano il sedimento e favoriscono la crescita delle foreste. Questi si nutrono delle foglie.
Esistono anche grandi spugne attaccate alle radici che oltre a fornire composti azotati proteggono le radici da isopodi scavatori, che potrebbero creare molti danni. 


Fonti: 
  • Dispense di Ecologia Marine e Subacque del prof. Mistri, docente di Ecologia Marina e Subacquea presso l'Università degli Studi di Ferrara. 

L'inquinamento dei mari e degli oceani



Per inquinamento marino si intende l'immissione in mare diretta o indiretta di sostanze o energie che provocano effetti negativi alla qualità dell'acqua, alla salute umana e alle risorse biologiche.

Ci sono 4 tipi di inquinamento:
  1. biodegradabili → materiale organico (scarichi urbani, carterie, zuccherifici, ecc...);
  2. non conservativi → sostanze di origine industriale (acidi e alcali, cianuri da metallurgia, acque di raffreddamento delle centrali);
  3. conservativi → metalli pesanti;
  4. particellari → inerti di dimensioni variabili (dragaggi, materiali terrigeni, materie plastiche).
Biodegradabile → PETROLIO

E' composto da un mix di idrocarburi liquidi, solidi e gassosi. Le stime delle quantità d'olio gettate in mare parlano di 50% di scarichi urbani e industriali, 24% di trasporti marittimi, 13% di atmosfera, 11% di versamenti naturali e di 2% di produzione off-shore.

Biodegradazione

Tutti i tipi di petrolio sono soggetti a biodegradazione che è influenzata da:
  • tipo di idrocarburi;
  • disponibilità di O2;
  • grado di dispersione del petrolio nell'acqua.
Tanto più sottile è la pellicola di petrolio e tanto più veloce avviene l'ossidazione: durante le prime ore evaporano i composti più leggeri, dopo 1 giorno il 50% dei composti C13 e C14 ed infine si formano masse viscide galleggianti che spiaggiano.

Conservativi → ORGANO-ALOGENI

Solubili in nei grassi e oli ma non nell'acqua, resistenti all'azione batterica.

METALLI PESANTI

Effetti:
  • danneggiamento lisosomi;
  • rallentamento attività enzimatiche essenziali.
Sistema di difesa:
  • meccanismi di detossificazione → metallotioneine;
  • vegetali → fitochelatine.
BIOTOSSINE
  • accumulata dai bivalvi;
  • colpisce il sistema periferico e muscolare, blocco respiratorio;
  • sintomi dopo 30 minuti;
  • casi gravi → morte;
  • terapia → antisiero A e lavanda gastrica.
Le fioriture microalgali bentoniche

Sono del genere Ostreopsis presenti nel Mediterraneo, si è a conoscenza di 2 specie tossiche: ovata e siamensis. Queste alghe colonizzano le macroalghe e vengono per questo dette epifitiche.
Si presentano a forma di densi strati mucillaginosi che ricoprono il substrato biotico e abiotico colonizzato. Per disperdersi rilasciano in acqua i loro flocculi.

Impatto sull'ecosistema

E' grave durante le fioriture provocando alterazioni nella qualità dell'acqua e del suo colore, ipossia e anossia dei fondi.

Indice AMBI e BITS

Il primo nasce per stimare la qualità degli ambienti marini estuariali e costieri europei. Oltre 4''' taxa sono stati assegnati a 5 gruppi ecologici (GI, GII, GIII, GIV e GV) sulla base della loro sensibilità o tolleranza ad un eccesso di materia organica. Quest'indice viene calcolando considerando la percentuale di abbondanza in ciascun gruppo secondo una determinata formula.

L'indice BITS invece è adatto per gli ambienti di transizione ed è basato sui principi della sufficienza tassonomica prevedendo il riconoscimento faunistico solo al livello della famiglia anziché della specie. Se l'indice è uguale a 0 indica che non vi sono presenti famiglie sensibili e tolleranti, elevato contenuto di sostanza organica nel sedimento e, negli ambienti lagunari, scarsa circolazione idrica. Il valore massimo di BITS (5,2) è funzione del pool faunistico regionale.

Tutela degli ambienti marini

SOLO L'1% DEI MARI E DEGLI OCEANI FA PARTE DI AREE PROTETTE MENTRE ALMENO IL 20% DOVREBBE ESSERE TUTELARO AL FINE DI PRESERVARE LE SPECIE MARINE MINACCIATE.

Ostacoli alla tutela in ambiente marino:
  • delimitazione imprecisa delle biocenosi;
  • le specie marine si muovono molto;
  • interessi economici per la pesca;
  • inquinamento che si diffonde molto facilmente in acqua;
  • molte acque sono in territorio internazionale;
  • difficoltà di gestire grandi estensioni;
  • effetto riserva.
Protezione

Le leggi introducono le Riserve Marine ovvero quegli ambienti marini dati dalle acque e dai fondali e dai tratti di costa che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare attenzione alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale educativa ed economica che rivestono (legislazione nazionale, leggi 979/1982 e 394/91).

Zonazione delle aree marine protette in Italia

Abbiamo la ZONA A (riserva integrale), ZONA B (riserva generale, che consente l'attività a basso impatto ambientale), ZONA C (riserva parziale, che consente attività di uso sostenibile dalle risorse a modesto impatto) e ZONA D (area di protezione, ovvero fascia di transizione attorno al nucleo dell'area protetta).

Rete NATURA 2000

E' una rete ecologica costituita dall'insieme delle aree individuate per la conservazione della diversità biologica. Nasce dalla Direttiva dell'Unione Europea “Habitat” con lo scopo di tutelare una serie di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari indicati nei suoi allegati. Gli stati membri in pratica devono stabilire quali aree del proprio territorio si trovano questi ambienti individuando quindi aree di particolare pregio ambientale (siti di importanza comunitaria SIC) che affiancano le Zone di Protezione Speciale ZPS.

Tecniche di telerilevamento subacqueo
  • Rilevamento Bionomico Subacqueo: permette di identificare unità di popolamento e di descriverne e comprenderne la loro zonazione, nello spazio e nel tempo. È molto rapido e non distruttivo e potrebbe essere usato come sostituto del campionamento a prelievo;
  • Fotointerpretazione: rapido nella raccolta dati, utile per studi di bionomia, di dinamica delle comunità e di biologia delle specie. Permette un rilevamento sia descrittivo che quantitativo e sempre utilizzabile nel tempo e facile da analizzare;
  • Dispersione Spaziale di una popolazione: descrive la distribuzione spaziale degli individui di una popolazione, può modificarsi nel tempo. Si riconoscono 3 tipi di dispersione:
    • random (casuale);
    • regolare (sottodispersa o uniforme);
    • contagiosa (sovradispersa o aggregata).
    Tali dispersioni possono sovrapporsi.
  • Tecnica del Transetto Lineare (LIT): effettua osservazioni lungo un percorso stabilito e riferibile a precise unità di misura. È adatto a caratterizzazioni su base fisionomica e si affianca al lavoro in coppia con un geomorfologo con lo scopo di identificare le biocenosi presenti, la loro zonazione e distribuzione, specificando la presenza di specie di particolare interesse biologico (specie protette);
  • Analisi di Ricoprimento Percentuale: permette la valutazione quantitativa di specie cospicue per studi di struttura di comunità. Si può stimare la densità in m2 degli individui, un'analisi di ricoprimento percentuale, una valutazione di frequenza e di presenza/assenza; 
  • Valutazione della prateria a Posidonia oceanica


Fonti: 
  • Dispense di Ecologia Marine e Subacque del prof. Mistri, docente di Ecologia Marina e Subacquea presso l'Università degli Studi di Ferrara; 

mercoledì 22 giugno 2011

Gli Oceani: troppo grandi per essere studiati solo da una disciplina


Fonte: http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=5712 

Gli oceani vengono studiati da diverse discipline:

·      Geologia e geofisica marina; 
·      Oceanografia fisica;
·      Oceanografia chimica;
·      Oceanografia meteorologica;
·      Oceanografia biologica. 

Oceanografia marina

Parla dell'origine degli oceani e quindi della tettonica e di tutto ciò che riguarda le coste e i fondali oceanici.
L’acqua del mare è più antica dei suoi „contenitori“. Diamo un po’ di definzioni:

La LITOSFERA è composta da un mosaico di zolle costituite da frammenti di rocce in movimento. I confini fra le 3 zolle principali sono:

  1. Le dorsali oceaniche che attraversano tutti gli oceani e qualche volta affiorano formando isole vulcaniche(Islanda). A volte queste si infilano dentro le terre emerse formando le Rift Valley. In prossimità di queste il fondale si allarga formando le fosse oceaniche;
  2. Le faglie trasformi dove le zolle slittano una accanto all’altra;
  3. Zone di subduzione dove le zolle convergono e una delle 2 sprofonda al di sotto del margine che avanza dell’altra.
Morfologicamente gli oceani sono divisi in 3 parti principali:

  1. Dorsale medio-oceanica, che si trova al centro;
  2. Questa si erge sui circostanti Bacini oceanici i quali;
  3. Sono adiacenti ai Margini continentali.
Le creste delle dorsali si trovano a ca. 2600 m sotto il livello del mare, si estendono per 80 000 Km, sono alte tra i 1000 e i 3000 m per una larghezza di ca. 1500 Km.

Studio delle anomalie magnetiche terrestri

La lava che esce dalle dorsali si magnetizza durante il raffreddamento e man mano che nuovo materiale viene aggiunto lungo l’asse della dorsale, le lave precedentemente già magnetizzate tendono ad andare in direzione opposta rispetto alla fenditura centrale. Ogni volta che il campo magnetico terrestre si inverte questo viene registrato nelle lave.
Il corpo magnetico terrestre, in pratica, quando si inverte orienta le rocce secondo il campo magnetico stesso.

Una prova della crescita dei fondali oceanici sono i sedimenti oceanici: è stato scoperto tramite la ricerca del petrolio che con l’allontanamento dalla dorsale, lo spessore dei sedimenti aumenta.

Oceanografia chimica

La salinità (tra i 9 e i 43 psu) può variare ma le proporzioni tra sale e acqua no. L'anione prevalente è il cloro mentre il catione prevalente è il cloruro di sodio. Le acque oceaniche sono continuamente ricircolate, l’unicità di questa soluzione è dovuta appunto a questo rimescolamento.
Le temperature sono in prossimità del fondale attorno allo 0°C o a 2°C (nel Mediterraneo mai sotto i 12°C).
Come conseguenza del riscaldamento della superficie oceanica si origina una struttura termica in 3 strati:

1.   Strato superficiale rimescolato, dove il calore superficiale si trasmette in profondità a causa del rimescolamento provocato dal vento;
2.   Zona d transizione, dove la temperatura diminuisce velocemente (termoclino permanente);
3.   Zona profonda, dove la temperatura è costante.

Il termoclino è uno strato con forte variazione della temperatura con la profondità e separa principalmente 2 strati:

1.   Superficiale  dove la corrente è più veloce e l’acqua si rimescola;
2.   Profondo dove la corrente è più lenta.

I 2 strati comunicano tra loro con l’upwelling e il downelling.

Luce e radiazione luminosa

Può arrivare al massimo fino a 150 m di profondità, la colonna d'acqua assorbe selettivamente le diverse radiazioni. Ad una certa profondità non si distinguono più i colori, a 20 m non si vede più il rosso.

Abbiamo la:

·    Zona eufotica: colonna d'acqua con tasso fotosintetico ancora positivo → capacità di fotosintesi F > respirazione → è più il carbonio che viene organicato rispetto a quello che viene respirato;
·      Zona disfotica: è il carbonio che viene respirato rispetto a quello che viene organicato → F < R;
·      Zona afotica: solo respirazione R;
·      Profondità di compensazione: dove F = R.

La zona eufotica contiene organismi fotofili (amanti della luce) e organismi sciafili (amanti della penombra).

Movimenti del mare

Correnti superficiali: si formano dal Vento e dalle conformazione delle terre emerse. Movimenti d'aria da ovest ad est e viceversa. Il vento agisce sul mare con l'attrito:

·      Effetto di Coriolis, causato dalla rotazione terrestre, dipende dalla velocità della particella e dalla latitudine (all'equatore è nulla e ai poli è massima);
·      Effetto Ekman, il moto cambia direzione e velocità con l'aumentare della profondità e basato sui principi dei flussi laminari.

Poi abbiamo le circolazioni divergenti e convergenti:

·      Circolazione di tipo ciclonico, spostamento dell'acqua superficiale in senso antiorario e risalita delle acque profonde; risalita di ossigeno e nutrienti (upwelling);
·      Circolazione di tipo anticiclonico, accumulo di masse d'acqua all'interno del vortice, aumento dell'acqua superficiale e abbassamento di quella profonda (sinking);
·      Circolazione in zone costiere, con vento parallelo alla costa, l'acqua viene portata via.

Fattori positivi dell’upwelling:

  • Affioramento acque profonde che provoca;
  • Arricchimento di nutrienti indispensabile per la;
  • Crescita e sviluppo del fitoplancton da cui dipende la;
  • Catena alimentare marina.
Fattori positive del sinking:

  • Ossigenazione delle acque;
  • Trasferimento in profondità dell’anidride carbonica.
Correnti superficiali:

1.    A livello equatoriale nell'Oceano Pacifico: centro di alta pressione a est (corrente da ovest a est); centro di bassa pressione a ovest (corrente da est a ovest) → Venti Alisei; arrivate alle terre emerse devia a nord e a sud;
2.    Circolazione antartica innescata dai venti occidentali, dove ci sono delle strettoie avvengono tempeste ;
3.    Corrente del Golfo, che ad un certo punto si incontra con la corrente del Labrador e viene deviata da questa finendo a bagnare le coste europee (dove si incontrano si formano dei vortici); proviene dal Golfo del Messico.

Le correnti profonde (formate per gradiente) sono più lente ma spostano più acqua mentre quelle superficiali sono più veloci ma spostano meno acqua.

Correnti di marea

Sono causate dalle diverse attrazioni gravitazionali da parte del Sole e della Luna.

Maree Sigiziali: molto alte → Lune  e Sole sommano l'attrazione gravitazionale (paralleli);
Maree di Quadratura: molto basse → Luna e sole sono a 90° (perpendicolari).

L'escursione delle maree dipende anche dalla conformazione del bacino e della costa.

Onde  

Energia + vento = onde.

Si ha un trasporto di massa e non solo di energia. La zona dove la corrente frange e scende si chiama Battigia. Quando le onde si avvicinano alla costa danno luogo a fenomeni di:

Riflessione → corrente di deriva;
Rifrazione → i fronti d'onda tendono a seguire l'andamento della linea di costa, erosione dei promontori e deposizione nelle baie;
Difrazione → quando le onde incontrano un ostacolo.

Spiaggia

Abbiamo:

·      Zone di spiaggia sottomarina;
·      Intertidale;
·      Di battigia;
·      Emersa con barra di tempesta (in genere le spiagge vengono tirate dai trattori).

In genere la spiaggia emersa è chiusa da una roccia o da dune.

Erosione della costa

1.    Onde con periodo di 4 secondi: distruttive (grande intensità);
2.    Onde con periodo di 7 secondi: costruttive (scarsa intensità).

Dominio pelagico e bentonico

Nel primo caso sono tutti gli organismi che vivono nella colonna d'acqua e si dividono in plancton e necton (si muove dove vuole); nel secondo caso invece sono tutti gli organismi che vivono a contatto col fondale e possono essere: sessili (hanno larve di tipo planctonico), erranti (fondali rocciosi e poco su fangosi) e sedentari (fangosi).

Plancton

Il plancton non si muove come vuole a parte le meduse e lo zooplancton; si lasciano trasportare dalla corrente. Nei fondali profondi ci sono solo gli eterotrofi e non gli autotrofi. Le migrazioni verticali degli zooplancton e fitoplancton avvengono tra il giorno e la notte per cercare la luce del sole e scappare dai predatori (movimenti nictemeriali).

Abbiamo quindi i:

·    Fitoplancton à costituisce il primo anello della catena alimentare oceanica grazie alla produzione di sostanza organica tramite la fotosintesi; consente la vita di altri organismi ma anche la morte causa il rilascio di tossine quando questi muoiono;
·    Zooplancton à costituiti da esseri pluricellulari come le larve di pesci, molluschi, ecc... e da piccoli crostacei, i quali costituiscono il krill, anello fondamentale della catena alimentare dei mari freddi;
·    Oloplancton à fanno sempre parte del plancton;
·    Meroplancton à larve che fanno parte del necton o del benthos.

Necton

Sono quegli animali che si spostano liberamente nell’acqua e che quindi riescono a contrastare le correnti marine.

Benthos

Sono quegli organismi che vivono al contatto col fondale e possono essere: sessili, erranti e sedentari.

I fondali possono essere suddivisi in 2 categorie:

  1. Substrati duri à rocce e massi (pali, moli, imbarcazioni e relitti);
  2. Substrati molli à sabbia, fango e ciottoli, detriti.
Tecniche di raccolta

Plancton → raccolta con retino → analisi in laboratorio
Benthos e necton → visual casus, campionamento in substrato duro e mobile.

I campionamenti su substrati duri sono complicati e devo andarci di persona mentre quelli su substrati molli sono più precisi e si fanno con i carotaggi. Esistono i campionamenti distruttivi (scalpello e prelievo) e quelli non distruttivi (fotografie).
L'area isolata per studiarla si chiama Quadrat-releveè.

Tecnica del LIT (Linear Transit)

In genere si è in 2: uno con la lavagnetta che prende appunti e l'altro con la macchina fotografica. Si parte dal punto più profondo e si va verso l'alto. Si usa una corda metrica zavorrata per farla stare sul fondo, la combinazione fra i 2 operatori ricostruisce la visione del fondale.

Oceanografia biologica

L’oceano si divide in dominio bentonico e pelagico. Il dominio pelagico è suddiviso in 2 province:

1.   Neritica, che si estende dalla linea di costa fino al limite della piattaforma continentale;
2.   Oceanica, oltre la piattaforma continentale.

Un’altra suddivisione avviene in base alla profondità:

  1. Zona epipelagica, fino a 50 m, variazioni fisico-chimiche e di luminosità;
  2. Zona mesopelagica, tra i 50 e i 200 m, caratterizzata da luce debole e organismi adatti a questo habitat;
  3. Zona batipelagica, tra i 200 e i 2500 m;
  4. Zona abissopelagica, fino a 7000 m;
  5. Zona adopelagica, oltre i 7000 m.
Il domino bentonico invece si divide in PIANI:

1.    Adlitorale e sopralitorale, emersi à il primo viene influenzato dall’acqua del mare che vi arriva grazie al vento mentre il secondo è la zona di transizione tra l’ambiente terrestre e quello marino, il suo limite superiore è l’altezza massima raggiunta dagli spruzzi dei frangenti mentre quello inferiore è il livello più alto della marea; 
2.    Mesolitorale à compreso tra il limite massimo dell’alta marea e il limite minimo di bassa marea;
3.    Infralitorale à fino alla massima profondità raggiunta dai vegetali fotofili (in Mediterraneo fino a -40 m);
4.    Circalitorale à fino a -150 m ed è caratterizzato da popolamenti vegetali sciafili (più componente animale che vegetale);
5.    Batiale (scoperta continentale) à fino a -3000 m, costituito da fondali fangosi o fango-sabbiosi;
6.    Abissale à fino a -6000 m;
7.    Adale à non è riscontrabile nel Mediterraneo per una questione batimetrica.

In base alla luce invece è diviso in:

  1. Sistema finale, che giunge fino al limite di compensazione delle alghe fotofile ovvero che riescono a sfruttare la fotosintesi;
  2. Sistema afitale, nelle zone più profonde dell’oceano.
 I piani abitale e abissale costituiscono il 90% dei fondali marini. Nella piana abissale c'è solo la fauna, la flora non c'è. 




Fonti: 
  • Dispense di Ecologia Marine e Subacque del prof. Mistri, docente di Ecologia Marina e Subacquea presso l'Università degli Studi di Ferrara;