Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Conoide_di_deiezione (24.01.2012, ore 11.04)
Esistono quelli
continentali, di transizione e marini. Quelli
carbonatici sono trattati a parte perchè sono particolari in quanto
collegati al mondo biologico.
Quelli continentali
si dividono in:
- eolico;
- lacustre;
- glaciale;
- alluvionale.
Quelli di transizione:
- deltizi;
- sistemi costieri.
Quelli marini:
- scarpate.
Come si costruiscono?
Bisogna capire come siano
trasportati e come si accumulano ma anche il tipo di contesto
ambientale che troviamo. Il concetto di facies è molto importante,
per quanto sia oggettivo. Spesso però queste facies ci danno molte
informazioni.
Abbiamo i processi
meccanici, di trasporto, tettonici, climatici. Spesso ci si riferisce
al principio dell'attualismo ovvero conoscere gli ambienti
attuali in modo da poter fare delle interpretazioni del passato
AMBIENTI ALLUVIONALI –
CONOIDI E SISTEMI FLUVIALI
Le conoidi vengono
distinte in 3 categorie:
- di detrito;
- alluvionali;
- deltaconoidi.
DI DETRITO
Non sono importanti dal
punto di vista sedimentologico in quanto non si preservano per lungo
tempo. Potrebbero essere importanti in montagna. Il meccanismo di
formazione è semplice: caduta di detriti, si staccano massi che poi
si accumulano a valle. I depositi sono organizzati con una gradazione
inversa data dalla collisione dei grani o dall'azione dispersiva. I
massi più grossi sono a valle in quanto hanno più forza di
rotolamento.
ALLUVIONALI
Depositi torrentizi con
una superficie a forma di cono. Geometria a ventaglio, molto comune
in diversi corpi sedimentari. I lobi torbiditici hanno questa forma.
I depositi di crevasse pure. Il flusso ha più velocità nella parte
superiore per poi diminuire e depositare sedimento nella parte bassa.
Esistono delle zone
attive e zone non attive. Alla fine la geometria a cono è data da
tante colate che migrano lungo la conoide.
Se faccio una sezione
longitudinale potrei trovare vari intervalli legati a processi di
piena e a momenti di stasi dove si deposita il sedimento fine. La
gradazione dalla zona di apice alla zona del piede sarà del tipo
massi grossi → apicale e fini → piedi.
Conoide:
- apicale;
- intermedia;
- piede.
Esistono dei lobi attivi
e non alimentati da canali alluvionali. Il profilo è concavo verso
l'alto o quasi rettilineo. Questo da luogo al punto d'intersezione.
Profilo di equilibrio:
punto in cui da una situazione di prevalente erosione, dove il canale
è incassato all'interno della conoide stessa, diventa il punto dove
abbiamo deposizione. Zona in erosione a scapito dei precedenti
depositi accumulati dalla conoide stessa in cui abbiamo zona di
accumulo e deposito al di fuori del nostro punto d'intersezione,
legato al nostro profilo di equilibrio del nostro sistema.
Se ci sono variazioni del
profili la conoide si modifica, prograda normalmente. Se c'è
subsidenza potrebbe anche aggradare.
Caratteristiche:
Energia elevata, regime
supercritico e questo influisce sulla capacità e competenza
del trasporto. Quest'ultima è la capacità massima trasportabile e
la capacità è la quantità di sedimento trasportato nella sezione
per l'unità di tempo (portata solida). I depositi saranno in
funzione del bacino di alimentazione, generalmente piccolo e anche da
un trasporto breve. Questo influisce sulla cernita, sulla maturità
composizionale e sulla granulometria. La cernita non è buona,
arrotondamento poco, granulometria variabile con prevalenza di
granulometria grossolana. Corpi sedimentari variabili, ultimamente si
cerca di limitare il termine conoide a quei sistemi di 10 km al
massimo. In precedenza alcuni autori consideravano alcune conoidi di
100 km.
Le conoidi sono
influenzate dal clima, dal pendio, volume del sedimento trasportato,
ecc...
In sezione distinguiamo
queste conoidi dai sistemi deltizi dall'angolo più elevato (fino a
25°) con pendenze tipiche comprese tra 2 e 12°.
Bisogna guardare dove si
trova il canale di alimentazione, la dimensione, il pattern
idrografico che si sviluppa all'interno, angolo di scarpata,
variazioni di flusso da zona a zona. Il flusso parte da zone
confinate a zone libere, espanse al di fuori della valle o dei canali
alluvionali. È importante ricordarsi il tipo di trasporto che mi
posso trovare in questo tipo di sistemi. Quello più abbondante ed
efficiente sarà il trasporto sul fondo. Questo trasporto in
relazione all'angolo di scarpata influisce sulle dimensioni del
nostro sedimento che viene trasportato. Più l'angolo è maggiore più
vengono trasportate granulometrie maggiori. I geomorfologi
considerano le conoidi in base al clima. Dal punto di vista
sedimentologico non ha senso, ricostruire il clima non è facile dal
prodotto finale dei nostri sedimenti e per questo si utilizza una
classificazione basata sui meccanismi di trasporto e deposizione.
Infatti vengono distinte 2 principali tipi di conoidi alluvionali:
- quelle dominate da processi tipo Debris Flow → trasporto di massa;
- quelle dominate da processi di piena, lame di piena (sheets flood) → trasporto trattivo.
Il classico deposito del
primo è un paraconglomerato, no buona cernita, no organizzazione del
deposito, matricesostenuta, galleggiamento, base non erosiva in
quanto trasporto laminare, spessore maggiore di 50 cm.
Il deposito del tipo
trattivo è di tipo ortoconglomerato, ortobrecce, trasporto carico di
fondo e sospeso di sedimenti più fini, gradazione diretta,
longitudinale, possibili laminazioni incrociate (dune, ripple),
regime supercritico, cernita buona.
Fonti: appunti tratti dalle lezioni di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara