Fonte: http://www.newnotizie.it/2011/05/29/meduse-e-petroliere-lincubo-degli-italiani/inquinamento-mare/
Per inquinamento marino si intende l'immissione in mare diretta o indiretta di sostanze o energie che provocano effetti negativi alla qualità dell'acqua, alla salute umana e alle risorse biologiche.
Ci sono 4 tipi di inquinamento:
- biodegradabili → materiale organico (scarichi urbani, carterie, zuccherifici, ecc...);
- non conservativi → sostanze di origine industriale (acidi e alcali, cianuri da metallurgia, acque di raffreddamento delle centrali);
- conservativi → metalli pesanti;
- particellari → inerti di dimensioni variabili (dragaggi, materiali terrigeni, materie plastiche).
Biodegradabile → PETROLIO
E' composto da un mix di idrocarburi liquidi, solidi e gassosi. Le stime delle quantità d'olio gettate in mare parlano di 50% di scarichi urbani e industriali, 24% di trasporti marittimi, 13% di atmosfera, 11% di versamenti naturali e di 2% di produzione off-shore.
Biodegradazione
Tutti i tipi di petrolio sono soggetti a biodegradazione che è influenzata da:
- tipo di idrocarburi;
- disponibilità di O2;
- grado di dispersione del petrolio nell'acqua.
Tanto più sottile è la pellicola di petrolio e tanto più veloce avviene l'ossidazione: durante le prime ore evaporano i composti più leggeri, dopo 1 giorno il 50% dei composti C13 e C14 ed infine si formano masse viscide galleggianti che spiaggiano.
Conservativi → ORGANO-ALOGENI
Solubili in nei grassi e oli ma non nell'acqua, resistenti all'azione batterica.
METALLI PESANTI
Effetti:
- danneggiamento lisosomi;
- rallentamento attività enzimatiche essenziali.
Sistema di difesa:
- meccanismi di detossificazione → metallotioneine;
- vegetali → fitochelatine.
BIOTOSSINE
- accumulata dai bivalvi;
- colpisce il sistema periferico e muscolare, blocco respiratorio;
- sintomi dopo 30 minuti;
- casi gravi → morte;
- terapia → antisiero A e lavanda gastrica.
Le fioriture microalgali bentoniche
Sono del genere Ostreopsis presenti nel Mediterraneo, si è a conoscenza di 2 specie tossiche: ovata e siamensis. Queste alghe colonizzano le macroalghe e vengono per questo dette epifitiche.
Si presentano a forma di densi strati mucillaginosi che ricoprono il substrato biotico e abiotico colonizzato. Per disperdersi rilasciano in acqua i loro flocculi.
Impatto sull'ecosistema
E' grave durante le fioriture provocando alterazioni nella qualità dell'acqua e del suo colore, ipossia e anossia dei fondi.
Indice AMBI e BITS
Il primo nasce per stimare la qualità degli ambienti marini estuariali e costieri europei. Oltre 4''' taxa sono stati assegnati a 5 gruppi ecologici (GI, GII, GIII, GIV e GV) sulla base della loro sensibilità o tolleranza ad un eccesso di materia organica. Quest'indice viene calcolando considerando la percentuale di abbondanza in ciascun gruppo secondo una determinata formula.
L'indice BITS invece è adatto per gli ambienti di transizione ed è basato sui principi della sufficienza tassonomica prevedendo il riconoscimento faunistico solo al livello della famiglia anziché della specie. Se l'indice è uguale a 0 indica che non vi sono presenti famiglie sensibili e tolleranti, elevato contenuto di sostanza organica nel sedimento e, negli ambienti lagunari, scarsa circolazione idrica. Il valore massimo di BITS (5,2) è funzione del pool faunistico regionale.
Tutela degli ambienti marini
SOLO L'1% DEI MARI E DEGLI OCEANI FA PARTE DI AREE PROTETTE MENTRE ALMENO IL 20% DOVREBBE ESSERE TUTELARO AL FINE DI PRESERVARE LE SPECIE MARINE MINACCIATE.
Ostacoli alla tutela in ambiente marino:
- delimitazione imprecisa delle biocenosi;
- le specie marine si muovono molto;
- interessi economici per la pesca;
- inquinamento che si diffonde molto facilmente in acqua;
- molte acque sono in territorio internazionale;
- difficoltà di gestire grandi estensioni;
- effetto riserva.
Protezione
Le leggi introducono le Riserve Marine ovvero quegli ambienti marini dati dalle acque e dai fondali e dai tratti di costa che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare attenzione alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale educativa ed economica che rivestono (legislazione nazionale, leggi 979/1982 e 394/91).
Zonazione delle aree marine protette in Italia
Abbiamo la ZONA A (riserva integrale), ZONA B (riserva generale, che consente l'attività a basso impatto ambientale), ZONA C (riserva parziale, che consente attività di uso sostenibile dalle risorse a modesto impatto) e ZONA D (area di protezione, ovvero fascia di transizione attorno al nucleo dell'area protetta).
Rete NATURA 2000
E' una rete ecologica costituita dall'insieme delle aree individuate per la conservazione della diversità biologica. Nasce dalla Direttiva dell'Unione Europea “Habitat” con lo scopo di tutelare una serie di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari indicati nei suoi allegati. Gli stati membri in pratica devono stabilire quali aree del proprio territorio si trovano questi ambienti individuando quindi aree di particolare pregio ambientale (siti di importanza comunitaria SIC) che affiancano le Zone di Protezione Speciale ZPS.
Tecniche di telerilevamento subacqueo
- Rilevamento Bionomico Subacqueo: permette di identificare unità di popolamento e di descriverne e comprenderne la loro zonazione, nello spazio e nel tempo. È molto rapido e non distruttivo e potrebbe essere usato come sostituto del campionamento a prelievo;
- Fotointerpretazione: rapido nella raccolta dati, utile per studi di bionomia, di dinamica delle comunità e di biologia delle specie. Permette un rilevamento sia descrittivo che quantitativo e sempre utilizzabile nel tempo e facile da analizzare;
- Dispersione Spaziale di una popolazione: descrive la distribuzione spaziale degli individui di una popolazione, può modificarsi nel tempo. Si riconoscono 3 tipi di dispersione:
- random (casuale);
- regolare (sottodispersa o uniforme);
- contagiosa (sovradispersa o aggregata).
Tali dispersioni possono sovrapporsi. - Tecnica del Transetto Lineare (LIT): effettua osservazioni lungo un percorso stabilito e riferibile a precise unità di misura. È adatto a caratterizzazioni su base fisionomica e si affianca al lavoro in coppia con un geomorfologo con lo scopo di identificare le biocenosi presenti, la loro zonazione e distribuzione, specificando la presenza di specie di particolare interesse biologico (specie protette);
- Analisi di Ricoprimento Percentuale: permette la valutazione quantitativa di specie cospicue per studi di struttura di comunità. Si può stimare la densità in m2 degli individui, un'analisi di ricoprimento percentuale, una valutazione di frequenza e di presenza/assenza;
- Valutazione della prateria a Posidonia oceanica.
Fonti:
- Dispense di Ecologia Marine e Subacque del prof. Mistri, docente di Ecologia Marina e Subacquea presso l'Università degli Studi di Ferrara;
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