Fonte: http://moskolowosky.blogspot.com/2011/05/onde.html (27.11.2011, ore 17.17)
Un onda è un trasferimento di energia la quale subisce
trasformazioni importanti arrivati al momento della frangenza. Si
trasforma in un movimento di massa. Se guardiamo lo spettro delle
onde scopriamo che esistono onde di piccolissima scala e onde di
grandissima scala come le maree. Spesso quet'ultime sono viste come
correnti, tali però non sono e semmai sono onde che possono indurre
le correnti. Anche gli tsunami sono onde.
L'energia e l'altezza delle onde possono variare da luogo a luogo
mentre quello che ci permette di differenziare i vari tipi d'onda è
il periodo (da pochi secondi a ore).
Le onde trasmetto energia e non massa lungo la superficie
dell'oceano. Il comportamento delle onde dipende dalla grandezza
dell'onda e dalla profondità del bacino. In pratica la lunghezza fra
una cresta e l'altra. La maggior parte delle onde sono influenzate
dall'azione del vento sulla superficie del mare, inoltre possono
subire dei fenomeni di riflessione, rifrazione o interferenze.
Dal punto di vista della nomenclatura usiamo la cresta, la
parte alta, e il cavo, la zona depressa tra un'onda e
l'altra. In uno stato di quiete avremo assenza di onde, il livello
del mare rappresenta la parte intermedia del nostro movimento. La
dislocazione massima tra una cresta e una zona depressa sarà
chiamata altezza d'onda la lunghezza da cresta a cresta sarà
chiamata lunghezza d'onda. Le onde hanno caratteristiche
diverse in base alla profondità del bacino. Saranno omogenee in mare
aperto per poi modificarsi quando la profondità diminuisce la quale
interferisce sulla base d'onda. Quest'ultima è la profondità
cui si risente della perturbazione superficiale di queste onde di
superficie. Esiste una relazione da ricordare: la profondità di base
d'onda è uguale alla lunghezza d'onda diviso 2. Se ho una spaziatura
di 10 m la profondità di risentimento sarà di 5 m. La velocità
dell'onda dipende dalla forza di gravità e dalla profondità del
bacino. L'onda sarà più veloce in mare aperto. Man mano che arriva
sotto costa rallenta ma diventa più alta e l'energia rimane costante
mentre le spaziature si restringono. Le onde posso viaggiare per km
grazie all'azione del vento. Un altro parametro importante è la
distanza effettiva su cui agisce il vento che viene nominato fetch.
Fonte: http://www.biologiamarina.eu/Onde.html (27.11.2011, ore 17.22)
Noi possiamo calcolare l'ampiezza massima delle onde se conosciamo la
velocità del vento e il fetch. Ad esempio l'Adriatico è un bacino
stretto e allungato, direzione nord/ovest – sud/est. Un vento di
grecale (da nord est) avrà meno influenza sulle onde in confronto ad
un vento proveniente da nord ovest in quanto lo spazio d'azione del
vento (fetch) di quest'ultimo ha più spazio d'azione rispetto a
quello proveniente da nord/ovest. Le onde saranno più grandi con il
vento proveniente da nord/ovest.
Il vento piano piano inizia a trasmettere l'energia al mare
agitandolo e creando le onde. Saranno irregolari nella zona di azione
del vento, della perturbazione per poi al di fuori di questa
raggiungere un movimento ben preciso. Più il vento è forte e più
dura più le onde saranno forti. Se il mare è già agitato è più
facile per il vento agire sulle onde. L'aumento del vento aumenta la
lunghezza d'onda e l'altezza del mio sistema.
Dal punto di vista interno le onde presentano delle orbite chiuse.
Le particelle d'acqua si muovono quando passa l'onda. In genere il
piano delle orbite aumenta con la dimensione delle onde e diminuisce
con la diminuzione della profondità. Se la profondità è maggiore
del livello di base queste orbite sono circolari, se invece iniziano
ad interferire col fondo le onde cambiano geometria fino a diventare
ellittiche fino ad arrivare alla loro rottura passando così alla
frangenza. Trasferimento quindi di massa del nostro sistema.
In effeti se guardiamo una classica onda essa si presenta con orbite
circolari, il che vuol dire che un qualsiasi oggetto lasciato
galleggiare in mare resta fermo li nello stesso posto. Questa però
è solo valido in linea teorica perchè nella realtà abbiamo sempre
degli scompensi. La massima intensità sarà in superficie e
diminuisce fino ad esaurirsi alla base delle onde.
Dal punto di vista teorico le orbite sono perfettamente circolari,
non c'è trasporto di massa.
Più
profondità → orbite circolari, poca profondità → orbite
appiattite.
Le onde impartiscono sul fondale uno sforzo di taglio, più
diminuisce la profondità più questo aumenta fino a raggiungere
l'energia sufficiente per muovere i grani sul fondo. Questi si
muovono però avanti e indietro formando così, qualche volta, dei
ripples.
Quando le onde arrivano sotto costa diminuisce la velocità, le
creste si avvicinano, le orbite si appiattiscono mentre il periodo
rimane costante. Il profilo diventa simmetrico fino alla frangenza
quando le nostre orbite sopravanzano le altre. Quando le onde
collassano creano i frangenti. Distinguiamo quindi la surf zone
e la zona di battigia.
Fonte: http://deved.meted.ucar.edu/marine/ripcurrents/NSF/media_gallery.php (27.11.2011, ore 17.27)
In base all'inclinazione del fondale esistono vari tipi di frangenza.
Posso inoltre immaginare di che granulometria è composta una
spiaggia. La ghiaia sarà in fondali meno acclivi.
L'interferenza delle onde è molto importante. Possiamo averne di
tipo costruttivo, distruttivo o delle interferenze
anomale che creano delle onde particolari chiamate le long
waves. Dal punto di vista visivo possiamo vedere meglio che
un'interferenza costruttiva amplifica il segnale quindi se 2 onde
sono in fase, la onda 1 avrà lo stesso periodo della onda 2, queste
si sommano. Un interferenza distruttiva significa che il segnale
delle 2 onde che si sommano modificano l'onda più alta. Le onde
anomale sono quelle onde che alla fine la risultante tra le 2 è
molto maggiore rispetto a quello che possiamo avere sommando le 2
onde. Queste creano problemi per la navigazione.
I fenomeni di rifrazione modificano l'energia delle onde e
quindi il loro impatto sui sedimenti nella costa. Nel fiume hudson
per esempio troviamo una valle sottomarina. Durante il periodo di low
stand il fiume invece di formare un estuario continuò il suo corso
fino arrivare al bordo della piattaforma continentale. È
un'irregolarità del fondo. Il fondale influisce sulla nostra onda
creando il fenomeno di rifrazione che a suo volta crea delle zone
dove si accentua l'energia del moto ondoso, e quindi l'erosione e
trasporto di sedimento, mentre in altre zone l'energia diminuisce. Se
abbiamo una morfologia con promontori la rifrazione fa convergere i
fronti d'onda accentuando l'erosione, nelle baie invece si espande e
perde energia accumulando sedimento.
Le onde non arrivano sempre parallele alla costa, il fronte d'onda
arriva con un certo angolo creando delle correnti lungo costa
chiamate appunto correnti lungo costa. Queste avranno velocità
che permettono la sospensione di sedimento. L'erosione e il
trasporto. Consideriamo la battigia, se io ho un onda che arriva con
un certo angolo, c'è la frangenza e quindi trasferimento di massa e
sedimento che risale lungo la battigia in maniera perpendicolare
rispetto al fronte d'onda. Alla fine avrò un movimento chiamato di
deriva litorale. I granuli di sabbia che ci sono o ciottoli di
ghiaia vanno avanti e tornano indietro più volte. Alla fine avremo
un trasporto netto verso una certa direzione, uguale a quella delle
onde. Questo mi crea o equilibrio dinamico o
erosione/deposizione lungo costa.
Barre
lungo costa: si formano per la creazione di correnti lungo costa
che trasportano il sedimento e li ridistribuiscono parallelamente
alla linea di costa. Possono essercene più di una in uno stesso
posto. In alcuni casi una barra tende a prodursi con quella
precedente.
Lungo costa oltre alle correnti che formano queste barre ne esistono
altre che sono perpendicolari alla linea di costa, chiamate correnti
di ritorno. Durante le tempeste l'acqua tende ad accumularsi
sotto costa, ma non può farlo all'infinito, dovrà tornare indietro
prima o poi. Questo avviene tramite queste correnti, si creano delle
celle di circolazione dove l'acqua tende a ritornare e a unirsi in
superficie ma sopratutto sul fondo. Queste correnti posso anche
trasportare sedimenti, specialmente se sommate ad altre correnti. I
sedimenti vengono trasportati al di fuori della linea di frangenza.
In California sono ben sviluppate.
TSUNAMI
Possono viaggiare per diversi km. Viaggiano per tutto l'oceano in
pochissimo tempo. Si può calcolare la loro velocità. Se in 21 ore
fanno tutto il pacifico sono onde che viaggiano a centinaia di km/h
(anche a 870 Km/h). Quando si approssimano alla linea di costa
ovviamente rallentano.
A volte prima dello tsunami le acque si ritirano ma questo dipende
dalla geometria dell'onda. Trapiantano sedimento in modo rapidissimo.
Una parte di sedimento va verso l'interno e una parte verso il mare.
Avremo depositi verso l'interno, verso la costa che sia verso off
shore.
Sono onde caratterizzate dall'avere una lunghezza d'onda molto
grande, spesso di centinaia di km. Le creste di queste onde sono
molto lunghe (non sempre come nei film che sono altissime ma corte).
È come se il livello del mare si alza sempre di più velocemente.
Queste onde avvengono quando abbiamo una dislocazione importante o
eruzioni vulcaniche importanti (isola di Santorini, il Pandora,
ecc...) o da impatto di corpi extraterrestri.
MAREE
Sono onde caratterizzate dall'avere un lungo periodo. Quelle più
influenti sono quelle dovute alla Luna. La marea influisce in maniera
diversa da posto a posto. Le escursioni sono differenti in varie
zone. Nel mediterraneo l'escursione massima di marea è di ca. 1 m
(1,5 m nei casi di vento favorevole).
Sono onde che creano celle vorticose all'interno dei nostri bacini
oceanici. Si chiamano sistemi anfidromici dove si ha una zona
con spostamento massimo e una con spostamento minimo. Le zone con un
spostamento non verticale si chiamano punti nodali mentre le
altre, di escursione massima. All'interno di queste celle ci sono
delle linee cotidali che congiungono dei punti che registrano
nello stesso tempo l'escursione di marea, la crescita di escursione.
Ci sono i corange circles che invece combaciano coi punti di
eguale escursione di marea.
Queste celle di rotazione non sono solo una superficie completamente
occupata da acqua ma abbiamo delle irregolarità, una distorsione del
movimento rotatorio, dovute all'irregolarità della costa. Dal punto
di vista visivo da una parte ci sarà una bassa marea e dall'altra
alta marea.
EFFETTI
Effetti di trazione sul fondo che generano degli spostamento dei
punti anfidromici. Nei bacini stretti e allungati come l'Adriatico
queste maree non sono più viste come onde ma come correnti. In
queste condizioni, dove la cella è piccola, le linee cotidali e
quelle di coreange sono uguali, parallele, coincidono. L'acqua viene
incanalata verso il fondo. Si hanno fenomeni di risonanza. Spesso si
hanno fenomeni detti muri d'onda. Si crea una corrente
unidirezionale di deflusso e una di reflusso nel senso
opposto.
È importante perchè se l'onda di marea arriva ad una certa velocità
si possono spostare dei sedimenti.
Esistono le escursioni microtidali (- di 2 m), mesotidali
(2-4 m) e macrotidali (più di 4 m). Più l'escursione è
grande più influirà sui sedimenti. Il mediterraneo è considerato
tutto microtidale.
Quest'alternarsi di alta e bassa marea crea spostamento d'acqua
sopratutto nei bacini ristretti o nelle baie, con delle correnti di
flusso e di reflusso. Spesso si utilizza il termine di maree
crescenti e calanti.
Come posso schematizzare una corrente bidirezionale?
Con un diagramma sinusoidale dove da una parte avrò i valori
positivi (deflusso) e dall'altra quelli negativi (reflusso), in
relazione col tempo e la velocità. Avrò una velocità 0 in un certo
momento (fase di stanca) si arriva ad un massimo e poi ritorna
fino all'altro momento di stanca per arrivare ad un minimo.
Per una determinata granulometria avremmo una soglia di movimento.
Una volta raggiunta si avrà trasporto effettivo. Quando la velocità
diminuisce fino a scendere al di sotto della soglia il sedimento
continua ancora per un po' ad essere trasportato. Quando la velocità
arriva a 0 avviene la decantazione. Il reflusso poi rifà la stessa
cosa. Se andiamo ad analizzare questo diagramma, dal punto di vista
sedimentologico non è tanto importante, dato che il sedimento va e
torna restando nella stessa posizione. Siccome però questo diagramma
è in linea teorica questo viene smentito nella realtà dato che c'è
sempre qualche disomogeneità. Avremmo magari una certa prevalenza di
deflusso che di reflusso. Abbiamo una oscillazione distorta tra le
correnti di flusso e riflusso e si riflette con un diagramma, con una
curva sinusoidale dove la fase di flusso è maggiore o minore
rispetto al deflusso.
FORME DI FONDO
Queste fasi di flusso/reflusso possono creare superfici di erosione.
Quando la velocità tende a 0 i sedimenti più fini come il fango si
depositano e ricoprono le successioni precedenti. La linea della
soglia di rimozione non è retta in quanto da qualche parte può
esserci la coesione del fango. Questo fa si che non si raggiunge la
soglia di movimento del fango e abbiamo la preservazione del
cosiddetto drappo pelitico.
Esiste la preservazione del drappo pelitico (la soglia di rimozione
raggiunta è quella per la sabbia ma non per il fango). In altri casi
possiamo trovare forme di fondo che lo conservano. Può essere però
che viene eroso e troviamo così una superficie di erosione (causata
dalla velocità della corrente). Troviamo delle particelle di fango.
Abbiamo così le stratificazioni di tipo laser.
Esistono poi alternanze di ripples e dune.
Fase
iniziale → forme di fondo con sabbia, spostamento da sinistra verso
destra.
Fase
di stanca → decantazione del materiale che va a ricoprire la forma
preesistente.
Ripresa
del trasporto con verso opposto e rimodellazione del fondo.
Riconosciamo quiete correnti di marea attraverso delle strutture che
indicano questa bidirezionalità.
Esistono poi i tidal band, sedimenti più grossolani divisi da un
livello di argilla.
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara