Fonte: http://www.studiogeologia.it/geologia_applicata.htm (13.11.2011 - ore 16.32)
DEBRIS FLOW
Un debris flow è una colata di fango (con acqua). La velocità
tenderà a 0 alla base, per gli attriti, e aumenterà fino ad
arrivare ad un valore di velocità costante. La zona dove si risente
degli attriti si chiama boundary layer. La zona invece che non
risente degli attriti di fondo si chiama tappo rigido. La
velocità qui infatti è costante. É vero dappertutto, sia in aria
che in acqua.
Lo sforzo di taglio è la componente tangenziale della forza
di gravità. Quest'ultima si può scomporre in una componente normale
e una tangenziale. Lo sforzo di taglio sarà in relazione quindi allo
spessore della colata e al suo peso. Sarà trascurabile quindi la
parte alta ma non quella bassa. I debris flow sono colate di detrito
che hanno un comportamento reologico complesso e di tipo plastico.
Prima di deformarsi ha bisogno che si raggiunga un certo valore dello
sforzo. Infatti Ʈ = k,
quest'ultimo non si sa cos'è, dipende dal materiale presente. È il
punto critico nel quale la colata inizia a deformarsi. Questo
coincide con il boundary layer ma anche con il tappo rigido. Questo è
vero quando siamo in ambito subaereo in quanto gli attriti con l'aria
sono trascurabili. In ambito subacqueo questo cambia in quanto si
considera l'attrito dell'acqua al di sopra del nostro corpo. Il
profilo di velocità pertanto cambierà . In questo caso il tappo
rigido si formerà all'interno della colata.
Come faccio a far aumentare lo spessore del tappo rigido?
Diminuendo l'angolo di pendio il tappo aumenta di spessore in quanto
la componente della sforzo di taglio diminuisce e si sposta verso il
basso fino a quando, se diminuisce ulteriormente il pendio, il valore
di Ʈ critico coincide con
la base formando così il fenomeno del freezing: si arresta
improvvisamente.
Se invece l'angolo di pendio rimane coste, posso far cambiare
comunque lo spessore del tappo rigido?
Si, immettendoci l'acqua, vario la viscosità. Lo sforzo in
questo caso diminuisce e si sposta verso l'alto. Esistono addirittura
delle colate senza tappo rigido chiamate iperflussi.
MECCANICA DEBRIS FLOW
E' legata a 2 tipi di meccanismi:
- un modello plastico;
- considerando dei fluidi non newtoniani.
Ho
bisogno di raggiungere un valore critico per far deformare il
materiale.
In
sintesi:
Lo
spessore del tappo sarà direttamente proporzionale alla forza di
coesione del fango e quindi alla viscosità generale del nostro
flusso e sarà inversamente proporzionale al gradiente topografico.
Dal
punto di vista sedimentologico come sono fatti?
Questi
depositi saranno caotici ovvero non avranno una organizzazione
interna. Spesso nei debris flow si osserva una gradazione
inversa,
i blocchi più grandi tendono a galleggiare, si ha uno spostamento
verso zone con minore sforzo di taglio. Raramente si trovano
gradazioni dirette.
Altra caratteristica è che generano tessiture matrice-sostenute. Nei
conglomerati questi vengono chiamato paraconglomerati, nelle brecce
parabrecce. L'importante è che l'unico modo per creare una tessitura
simile e dove i massi grandi galleggiano è quello di essere in
presenza di un debris flow. In una corrente trattiva, per esempio, si
genera una tessitura grano-sostenuta e tra gli spazi tra un grano e
l'altro al massimo si immettono grani più fini.
Un
ortoconglomerato sarà in relazione ai trasporti di processi di tipo
trattivo mentre un paraconglomerato ai trasporti di massa.
I
depositi di debris flow possono raggiungere dimensioni di centinaia
di metri. Le colate possono viaggiare a pendenze minime e si trovano
specialmente nelle scarpate continentali o di vulcani. La cernita non
è buona.
Cosa
succede in acqua?
Si
ha turbolenza che può generare una sospensione del materiale più
fine. Se questo ha una densità maggiore del fluido circostante
inizia a creare una corrente
di torbida
o di densità.
Quest'ultime sono simili a delle valanghe di neve o a flussi
piroclastici e sono più veloci dei debris flow, per questo motivo
arriveranno prima nella zona di deposizione. Alla fine dell'intero
evento quindi possiamo creare una corrente di torbida più veloce,
che si deposita per prima, la quale poi viene ricoperta dal debris
flow Il ciclo di sovrapposizione stratigrafica così non funziona più
di tanto.
In
ambito marino le colate di fango posso provocare un fenomeno
particolare e raro che a causa della sua velocità eccessiva può far
sollevare il materiale dal fondo il quale si sovrappone ad altri
intervalli.
LIQUEFAZIONE
E FLUIDIFICAZIONE
Fonte: http://www.ceamessina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=153:corso-di-aggiornamento-professionale-qliquefazione-dei-terreni-in-condizioni-sismiche-2009q-messina-palermo-enna&catid=39:corsi&Itemid=62 (13.11.2011 - ore 16.38) - Liquefazione
E'
la sostituzione di un sedimento granosostenuto saturo in uno strato
fluido in situ che avviene tramite sismi. Li troviamo anche a
Ferrara.
Il
primo termine indica la sospensione dei grani all'interno del fluido
mentre l'altro è una sospensione attraverso il movimento verso
l'alto del fluido attraverso i pori, in quanto zone con meno
pressione. Dal punto di vista visivo la liquefazione passa da una
condizione iniziale alla quale se applico una forza i granuli perdono
il loro contatto e quindi temporaneamente verranno sospesi. In questo
modo se avessi un palazzo questo cadrebbe. La fluidificazione è un
movimento di fluido verso l'alto, quindi se ho una via di fuga per
quest'acqua o gas questo movimento tenderà a trasportare questi
granuli verso l'alto creando dei condotti di fuga.
Come
li riconosco?
Non
hanno struttura interna causato da una rapida deposizione. Sono di
dimensioni da piccole a notevoli (vulcani di fango).
GRAIN
FLOW
Flussi
gravitati supportati dalla collisione tra i granuli. Avvengono sui
fianchi delle dune, nel deserto del Sahara. Esistono anche quelle
subacquee. Hanno spessori ridotti. Il meccanismo di collisione
trainante avviene quando la parte superficiale che si mette in
movimento viene sostenuta dalla collisione dei granuli e una parte
scorre lungo il piano inclinato (duna).
CORRENTI
DI TORBIDA
Fonte: http://www.danieladidio.it/conoscenza/lig_lev_hiptext/hotwords/torbida.htm (13.11.11 - ore 16.41)
Chiamate
anche correnti di
densità
o di gravità
in quanto si creano in situazioni di differenze di densità le quali
dipendono a loro volta dalla temperatura,
dalla salinità
e dalle concentrazioni
di sedimento.
È un flusso di sedimento dei fluidi circostanti che in base al
materiale al quale va incontro si divide in flusso
iperpicnale
(underflow), ipopicnale
(strato nefeloide) e picnoclino-interflusso
(interflow).
Se
per esempio ci troviamo in una situazione nella quale un fiume entra
in un lago avremo che un accumulo di acqua e sedimento entrerà in
questo lago. Se questa corrente di torbida, ovvero l'insieme del
fluido e sedimento, avrà densità maggiore di quella del lago
tenderà a sprofondare e quindi a creare un flusso iperpicnale, se la
sua densità invece è minore galleggerà formando un flusso
ipopicnale ma se invece è una via di mezzo sarà un flusso
picnoclino-interflusso.
Le
correnti di torbida si dividono in varie parti: testa, collo, corpo e
coda. Nella testa ma anche nel collo troviamo zone
di turbolenza
(vortici, zona di mescolanza), nel corpo troviamo il sedimento che
viene trasportato e nella coda anche ma via via sempre meno. I
parametri importanti da osservare in un fenomeno di questo genere
sono la distanza percorsa, la quantità di sedimento trasportata e la
frequenza dell'innesco.
MECCANICA
Esistono
due tipi di forze che innescano il movimento:
- forza di pressione dovuta alla differenza di densità;
- forza peso del flusso dovuta alla forza di gravità.
Prendiamo
quindi un pendio e lo suddividiamo in 3 parti: la parte alta sarà
quella da dove partirà la corrente e dove ci sarà più energia e
più velocità (situazione di flusso non
uniforme e non stazionario),
la parte centrale sarà quella dove si instaurerà una situazione di
equilibrio dinamico (zona di bypass) mentre la parte bassa sarà
quella nella quale velocità e energia diminuiscono notevolmente
trovandoci quindi nella cosiddetta zona di deposizione (situazione
di flusso uniforme e stazionario).
Il
suo profilo di velocità sarà misto in quanto avremmo una prima
parte che va nella direzione della corrente e dove poco sopra il
terreno raggiungerà il valore massimo e una seconda parte che sarà
inversa a causa delle turbolenze che si creano nella testa che
comportano un'inversione del flusso.
Fenomeni
che influenzano questo tipo di corrente sono la dissipazione
del flusso
e l'autosospensione.
Per
quanto riguarda la dissipazione possiamo dire che ciò avviene nel
seguente modo: abbiamo all'inizio un rifornimento della nostra
colata, successivamente però avremo una perdita di densità per
diluizione e poi anche per deposizione. Quindi avremo una zona
iniziale di rifornimento, poi una di deposizione e nella zona di
testa avremo anche una zona di erosione dovuta ai vortici.
L'autosospensione
è un processo che si chiude su se stesso e parte dalla turbolenza
dei vortici creati nella testa, questi creano un sollevamento di
materiale più fine dal terreno i quali provocano un contrasto di
densità che a sua volta genera un input di energia gravitazionale
che fa dirigere il flusso verso il bacino dove creano nuovamente
turbolenza.
I
depositi di queste correnti sono degli strati gradati formati da una
successione organizzata di strutture sedimentarie.
SEQUENZA
DI BOUMA
Fonte: http://www.geologia.com/area_raga/torbidite/torbidite3.html (13.11.2011 - ore 16.43)
Questa
sequenza è costituita da diversi strati denominati:
- Ta, comprende la parte basale composta da sabbie da fini a grossolane, massicce o gradate (normalmente alla base si ha gradazione inversa);
- Tb, comprende sabbie da fini a medie con laminazioni piano-parallele (tappeto di trazione);
- Tc, comprende sabbia fine con laminazione incrociata, ondulata e convoluta formate dalla fuoriuscita di fluidi e aria dovuti alla litificazione;
- Td, comprende silt con laminazione piano-parallela;
- Te, comprende pelite omogenea (decantazione).
Non
sempre troviamo questa sequenza completa. Ad esempio in una scarpata
o in quella di un conoide questa non lo sarà mai in quanto la forza
di gravità farà cadere i massi più grossolano per prima non
facendoli arrivare alla base del conoide dove troveremo materiale più
fine (sabbie fini e argille). La torbidite completa la troveremo in
mezzo alla conoide.
Alcuni
degli intervalli quindi possono mancare nella realtà. Questo perchè
magari il materiale che ha alimentato la corrente di torbida era
assente all'origine della porzione grossolana o fine.
Alla
base di questa sequenza si forma sempre una zona di erosione.
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara
Della sedimentologia quello che a me piaceva maggiormente in campagna erano prprio quelle pareti di flish alte e che ti cadevano a picco sulla testa...
RispondiEliminaPer flish si intendono dei depositi di torbiditi che si formano nell'avanfossa di una catena orogenetica in sollevamento e la loro potenza è legata all'attività paleosismica che c'era in quel luogo.