Fonte: http://www.salvalartesicilia.it/focus/default.asp?argomento=sagyp&page=doc001.htm (24.10.2011, ore 9:01)
Esistono:
- evaporiti;
- depositi ferrosi;
- depositi fosfatici;
- depositi silicei;
- depositi organici;
- depositi vulcanoclastici (che non tratteremo qui).
Evaporiti
Fonte: http://it.wiktionary.org/wiki/salgemma (24.10.2011, ore 9:04)
Derivano
dalla precipitazione chimica da salamoie. Le principali sono i
cloruri (salgemma) e fosfati, poi abbiamo anche i
carbonati, nitrati. Si formano dalla precipitazione
chimica da una soluzione (es.: mare → sale).
Esperimento
di USIGLIO: ha preso
l'acqua marina e ha visto quali minerali precipitavano e in che
ordine. Il primo a precipitare era il carbonato
di calcio, poi il
fosfato,
cloruro,
cloruro di
magnesio, bromuro di
sodio e cloruro
potassico.
Dai
calcoli che lui ha fatto viene fuori che da 300 m di acqua marina
precipitano 4,5 m di sale.
Le
evaporiti si formano in molti posti ovvero dove si sfrutta
l'evaporazione dell'acqua di mare per creare salgemma come anche
nella Rift Valley e in zone dove vi è molto sale (laghi salati).
Il
salgemma ha diverse forme e si deposita sul fondo. Possono
assomigliare a quelle del gesso. I cristalli di gesso vengono
chiamati anche a coda di rondine o a ferro di lancia
(se ne trovano molte sui colli bolognesi).
Per
creare queste evaporiti, come il salgemma, l'uomo interviene
facendo prosciugare il mare mentre in natura ci sono due possibili
tipologie di formazione di questi minerali:
- in zone con forte oscillazioni di maree, al momento della bassa marea l'acqua si ritir in modo tale che anche con l'aiuto delle condizioni climatiche favorevoli si prosciughi lasciando che si depositi così il salgemma;
- in zone riparate da una collina sabbiosa e con frequenti eventi di alta e bassa marea, stavolta l'acqua nel momento dell'alta marea penetrerà le pareti sabbiose e al momento della bassa marea questa ritirandosi forma come prima salgemma.
È
un modello molto simile a quello utilizzato per studiare le dolomie.
Il
gesso
è molto facile da distinguere dagli altri tipi di minerali in quanto
basta rigarlo mentre il salgemma basta assaggiarlo.
Depositi ferriferi
Fonte: http://laminiera.altervista.org/sch35.htm (24.10.2011, ore 9:06) - Limonite
Se
ne parla quando il contenuto di ferro è maggiore del 15%. I minerali
principali sono ossidi
(ematite, magnotite, limonite), carbonati
(siderite), silicati
(glauconite) e solfuri
(pirite).
La
glauconite è verdastra, simile all'olivina (anche in sezione
sottile) ed è importante perchè depositandosi in ambienti di
piattaforma con un basso tasso di sedimentazione ci da indicazioni
sull'ambiente di deposizione. Spesso si associa la glauconite alle
cosiddette zone di upwelling.
Quest'ultime altro non sono che quelle zone limitrofe la costa dove
risale acqua fredda ricca di nutrienti. Esse si trovano nella zona
occidentale dell'America del sud.
L'origine
e il trasporto sono molto importanti. La maggior parte del ferro è
trasportata con i colloidi e spesso si ha anche la flocculazione
(sedimenti fini in sospensione che arrivano in mare si ha la
formazione di grumi che pesano maggiormente e sprofondano).
Il
ferro viene assorbito anche dalle sostanze organiche o dai minerali
argillosi. Tutto questo dipende dall'eh e dal ph. Questi due fattori
ci danno il ferro bivalente (stabile in condizioni di eh >0 e ph <
0) e polivalente (il contrario di prima).
I
minerali ossidanti e riducenti sono l'ematite (rossa), la limonite
(gialla) e la pirite (condizione riducente).
Spesso
abbiamo formazioni ferrifere anche all'interno di ooliti e peliti.
Quest'ultimi sono importanti dal punto di vista economico e quindi da
estrazione.
Depositi di ferro e
manganese
Sul
fondo dell'oceano in ambiente a sedimentazione ridotta (1mm per Ma)
spesso si trovano questi noduli di ferro di manganese. Il tasso di
sedimentazione è così ridotto per via delle correnti che portano
via il sedimento accumulato. Il sedimento quindi non è detto che non
si deposita ma viene trasportato via.
Sono
importanti dal punto di vista economico ma di difficile estrazione in
quanto si trovano sui fondali oceanici.
Depositi fosfatici
Fonte: http://www.paleofox.com/forum/index.php?topic=1738.20 (24.10.2011, ore 9:10) - Dente di squalo
Importanti
perché vengono utilizzati per i concimi. Si formano in zone di
upwelling. Sono abbondanti in alcuni intervalli di tempo (cretaceo,
paleocene e miocene). In genere sono legati ad eventi globali ovvero
quando in determinati periodi della storia ci sono quelle condizioni
che permettono la deposizione di questi minerali. Generalmente il
clima ideale è caldo, un misto tra secco e umido e specialmente
quando siamo in presenza di fasi trasgressive (quando abbiamo uno
spostamento della linea di costa verso il continente).
Sono
legati spesso ai denti degli squali; questi accumuli nel miocene
erano molto importanti (in alcuni casi si può trovare il dente ben
conservato).
Depositi silicei
Fonte: http://madscientist.altervista.org/microcosmo/microrganismi/alprot/alprot.htm (24.10.2011, ore 9:13) - Radiolari
Comuni
in ambito bacinale o in alcuni laghi. Fatti di selce, la formula è
quella del quarzo. Esiste una silice di origine vulcanica e una
biologica. Quest'ulima legata ad organismi che creano appunto gusci
silicei. I più importanti sono i radiolari
e le diatomee.
Sono planctonici, i secondi vivono nei laghi e in zone lacustre
mentre i primi in mare. Spesso questi depositi sono abbondanti nei
fondi oceanici (più di 4 o 5 km). Questo perchè il limite della ccd
varia tra i 4 e i 5,5 km. Sotto la ccd si accumula tutto ciò che è
siliceo. La ccd è il limite nel quale tutto il carbonato si è
disciolto.
La
selce la troviamo abbondante sopra la ccd.
La
ccd cambia in base al chimismo dell'acqua. Nel cretaceo inferiore era
molto meno profonda di adesso.
Non
sono stati tanto studiati e per questo non si sa molto come ad
esempio non si sa perchè sono più abbondanti i noduli dei livelli
continui e neanche perchè esiste una regolarità tra le spaziature.
Non abbiamo idee chiare dei perché ma la cosa più plausibile da
utilizzare è il criterio di cambi del tipo di produzione ciclici
legati a quelli di precessione. In ambiente bacinale gli intervalli
marne e carbonati vengono collegati ai cicli di milankovic.
Cicli
di Milankovic: cicli astronomici che influiscono sulla quantità di
radiazione solare sulla terra influenzando il clima e tutti gli altri
sistemi sedimentari (periodi glaciali e interglacaiali → variazione
livello del mare). Praticamente varia l'orbita (l'eccentricità che
ha una durata di 100 000, detta breve, o 400 000 anni, detta lunga),
l'inclinazione dell'asse terrestre (obliquità e vale 41 000 anni,
oscilla di 3 o 4 gradi) e il movimento di precessione (da 19 a 24).
Quello
che influenza di più è il ciclo di eccentricità, basta vedere i
periodi interglaciali e glaciali L'ultimo periodo interglaciale era
120 000 anni fa. L'intervallo di tempo tra i vari periodi
interglaciali e glaciali non avvengono precisamente ogni 100 000 anni
perchè i 3 parametri precedentemente elencati hanno una loro
correlazione fra loro e influiscono sull'intervallo.
Le
coppie calcare marne sono legate ai cicli di precessione. Se quindi
voglio misurare l'età di 10 coppie calcare marne uso gli strumenti
di tipo ciclo-stratigrafici che si basano sui cicli sopra elencati.
Si cerca quindi di riconoscere che tipi di sedimento e come sono
organizzati questi cicli nei sedimenti per poter datare successioni
diverse. Le cose sono semplici in ambiente bacinale dove abbiamo
queste coppie calcare marne ma la ciclo-stratigrafia in successione
di piattaforma (cicli pertidali) è più complicata. In teoria è
legata ai cicli di precessione.
Ritornando
ai noduli, questi possono arrivare a dimensioni di qualche metro. In
altri casi possiamo avere precipitazione di noduli di selce in acque
meteoriche (ambienti lacustri).
Depositi
organici
Fonte: http://giardino-piante-fiori.lacasagiusta.it/coltivare-biologico-terreno/1632/ (24.10.2011, ore 9:16) - Humus
Sono
legati alla sostanza organica e sono l'humus,
la torba
(depositi di palustri, Scozia) e il sapropel
(materia organica che si accumula nel mare e nei sistemi lacustri).
Il petrolio deriva proprio al sapropel. Per conservare la sostanza
organica bisogna avere condizioni anossiche.
Il
petrolio è una risorsa naturale e si forma a condizioni particolari
(vedi grafico); ovvero in condizioni molto ristrette: tra 1,5 km e
4,5 km di profondità. Il seppellimento della sostanza organica deve
essere quindi almeno di 1,5 km e non superare i 4,5 km. La maggior
parte dell'olio si genera attorno ai 2-3 Km mentre il gas attorno ai
4 km in quanto c'è un aumento della temperatura.
Dove
abbiamo le condizioni anossiche? Bacini anossici li troviamo nel Mar
Nero. Sul fondo troveremo quindi tutto ciò che era vivo sulla parte
superficiale e che si preserva nel fondo. Altri punti anossici li
troviamo nei momenti di anossicità dei fondali oceanici che sono
però rari. Quelli conosciuti sono 6 o 7. Quando ci sono questi
eventi, essi costituiscono la cosiddetta roccia madre da cui in
condizioni di seppellimento giuste generano i nostri micocarburi.
Questi bacini esistono anche nelle piattaforme continentali in zone
di upwelling. In queste zone c'è poco ossigeno perchè gli organismi
lo consumano così come i processi di decomposizione. Se ho tanto
materiale organico in superficie questi o respirano o utilizzano
l'ossigeno per la decomposizione.
Esiste
una relazione tra il livello del mare (basso o alto) con la quantità
di olio. L'olio è fluido con temperature elevate mentre in
superficie sarà bitume.
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara
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