E'
legato principalmente alle fasi diagenetiche. I principali tipi di
cemento sono:
- aragonite;
- +Mg e -Mg;
- dolomite.
È
importante oltre che la mineralogia anche la morfologia. Ci sono 4
tipi:
- sintassiali, che sono i grani preesistenti:
- isotopi;
- a crosta, abbastanza grandi legati a fasi diagenetiche attive;
- accentuati.
Il
cemento è utile perché alcuni tipi sono associati a fasi
diagenetiche ben precise. Ci da informazioni sul passato.
Ci
possono essere più generazioni di cementi, si usa la carbonescenza
che ci permette di differenziare le varie fasi di accrescimento.
I
tipi di grani sono importanti per sapere quando questi sono stati
depositati. Possiamo risalire all'ambiente di deposizione.
I
tipi di grani sono importanti quindi per avere un'interpretazione
ambientale perché si risale al periodo di deposizione, ci da l'idea
di una zonazione, sul come si depositano. Il parametro della
granulometria non è importante perché se troviamo dei gusci della
dimensione della ghiaia non vuol dire che sono stati per forza
trasportati da una corrente molto veloce ma potrebbero essere
semplicemente il prodotto di quei organismi che hanno costruito i
gusci di quelle dimensioni.
La
cernita riflette la granulometria degli organismi. Ad esempio un
sedimento scheletrico ben cernito può essere il deposito di
conchiglie (bivalvi). Può essere importante o riflettere il tipo e
la taglia dell'organismo. La forma anche non influisce sul trasporto
ma riflette il tipo di organismo.
Calcarenite:
sedimenti calcarei della taglia della sabbia. A volte posso
utilizzare questa terminologia. Calcioliti:
ghiaia.
Classificazione
Le più comuni classificazioni sono quelle di Folk e di Dunham.
Folk
(1959)
Non
ha avuto molto successo a parte nei primi anni '50 e per i petrografi
sedimentari. È una classificazione descrittiva. Distingue 3
elementi: allochimici,
matrice (micrite) e
cemento (sparite). I
primi sono i vari tipi di grani scheletrici e non scheletrici. Da qui
possiamo distinguere i:
- calcari sparitici allochemici, grani calcarei con matrice di vario genere;
- calcari micritici allochemici, grani calcarei con micrite di vario genere;
- calcari microcristallini, granuli di cemento, cristalli (dolomie microcristalline);
- biolititi, calcari biocostruiti.
Distinguiamo
quindi: rocce allochimiche,
ortochimiche e
autoctone (Reef). Una
calcite microcristallina
senza componenti allochimici sarà il fango carbonatico o micrite.
Una micrite con del cemento si dice dismicrite
(ortochimiche). Gli allochimici invece sono gli intraclasti
(intramicrite/sparite), ooliti
(oosparite/micrite), fossili
(biosparite/micrite) e pellets
(pelsparite/micrite).
Nel
1962 Folk amplia la sua classificazione aggiungendo caratteri
tessiturali. Descrive meglio i tipi di deposti in base alle
percentuali di grani /(vedi slide 147).
Dunham
E'
basata sulla tessitura e distingue i calcari
matrice-sostenuta,
grano-sostenuta,
calcari biocostruiti
(simili a folk) e i calcari cristallini.
I primi due termini già discussi in precedenza sono termini che
derivano dalla tessitura.
Questa
classificazione è tipo un diagramma di flusso: prima guardo se la
tessitura deposizionale
è riconoscibile o meno. Se
no,
carbonato cristallino.
Se si,
mi chiedo se i componenti
originari erano legati assieme al momento della deposizione
o no. Se si,
boundstone (per Folk
biolititi ovvero Reef). Se
no, mi chiedo
se c'è fango
o meno. Se
no,
grainstone (sedimento
o roccia carbonatica fatta da grani attaccati tra di loro, tessitura
grano-sostenuta, fatta di componenti di vario tipo, calciotite,
calcarenite). Se si,
guardo la tessitura, i
grani si toccano o no?
Se si
e
quindi grain
supported, packstone.
Se
no e quindi
mud supported, guardo se
i grani sono maggiori o minori del 10%.
Se maggiori
sarà un wackestone
altrimenti
un mudstone.
Un
calcare micritico sarà un mudstone o un wackestone, calcare fatto di
micrite.
Questa
classificazione la posso usare sia per sedimenti disciolti che non.
Espansione
di Dunham da parte di Enbry e Klovan:
Consideravano quella di Dunham
troppo generica. Hanno visto che i depositi che studiavano
normalmente avevano spesso dimensioni della ghiaia. Hanno quindi
inserito il parametro della granulometria.
Il
floatstone (abbiamo
una tessitura fango-sostenuta) per esempio, usato nella loro
classificazione, è si matrice-sostenuta però per classificarlo così
anziché wackestone o packstone hanno stabilito che i grani con
percentuale maggiore al 10% devono essere maggiori di 2 mm. Solo con
questa clausola si può utilizzare questa terminologia. Quindi, grani
a matrice- sostenuta si dicono floatstone, se grano-sostenuta
rudstone.
Ma
a questi due signori non gli interessava tanto questo, ma avevano
maggiore interesse nel stabilire la morfologia
delle rocce biocostruite. Considerano pertanto il termine boundstone
generico e lo suddividono in ulteriori parti. Introducono così: il
bufflestone, rocce
con morfologia ramificata che fanno da filtro (per esempio rallentano
le correnti e quindi accumulano sedimento inglobandolo al loro
interno), il termine bindstone,
organismi incrostanti (stromatoliti), il termine framestone,
organismi che creano un'impalcatura rigida.
Vi
è un'ulteriore espansione di tutto questo. Espansione di Insalaco
legata alla morfologia. Anche lui lavorava su successioni di Reef,
successioni del jurassico superiore. Era difficile per lui capire che
cosa facevano questi organismi, soprattutto se c'erano organismi
estinti. Sarebbe meglio secondo lui utilizzare criteri diversi come
per esempio la morfologia degli organismi che studiava.
Distingue
i depositi autoctoni
da quelli alloctoni.
La cosa che cambia è il limite dei 2 mm che diventa 1 cm nei grani
alloctoni. Quindi: floatstone e rudstone rimangono. È una
classificazione oggettiva. Negli autoctoni distinguiamo i platestone,
lineari e con un certo spessore, i sheetstone,
allungamento preferenziale della nostra forma e sottile, domestone,
a forma di duomo, i pillarstone sparse e dense,
a forma di rami, e i mixstone,
grani misti.
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara
Fonti: appunti tratti dalle lezioni del corso di Sedimentologia (Scienze Geologiche) - Università degli Studi di Ferrara
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