Geocentrum, atrio d'ingresso - Marvin Duca
Ecco che
finalmente ho fatto le prime conoscenze. C’è stato un momento nel quale pensavo
che Lilla Sunnersta, nonostante i suoi 10 edifici a 2 piani e i suoi numerosi
appartamenti, fosse vuoto. Sembrava difficile socializzare con qualcuno al
punto tale da farmi credere, anche solo per un attimo, che alle Svalbard ci
sarebbe stato sicuramente più movimento. Ecco che invece per pura casualità,
passeggiando nel giardino tra le casette rosse, un ragazzo mi saluta e si
presenta. È un ragazzo indiano che abita qui da Settembre e studia
Biotecnologie a Ingegneria. Mi ha invitato nel suo appartamento per prendere un
tè; l’appartamento tipico indiano, modi tipici indiani, molto pacati e gentili,
molto ospitali. Ci siamo salutati con la promessa di organizzare,
prossimamente, una cena con gli altri inquilini di Lilla.
Prima ancora
però ho conosciuto, tramite facebook, un ragazzo italiano che vive proprio
sopra di me. Sono stato anche da lui per bere un altro tè. La stessa giornata
ho fatto amicizia anche con un ragazzo filippino e con una ragazza uzbeca.
Grazie a
questi incontri sono riuscito ad avventurarmi nella mia prima uscita notturna
in un locale carino e particolare alla quale hanno preso parte l’italiano di
Lilla, un suo amico e una ragazza greca conosciuta via facebook. Il “Bullit Pub”, detto Rock Cafè, mi
sembrava tanto un locale dark anche perché molta della gente che girava in quel
posto lo era. La scelta di questo piacevole punto di ritrovo non è stata casuale
ma dovuta al fatto che esso non richiede la famosa tessera “the nation”, tessera che solo uno studente
di Uppsala può possedere (compresi gli Erasmus). Purtroppo questo sarà per me
un altro problema da risolvere in quanto essa ti permette di usufruire di molti
sconti sul bere e di poter entrare nella maggior parte dei pubs di Uppsala.
Essendo un Placement, e quindi non essendo registrato all’Università di
Uppsala, teoreticamente non potrei averne una anche se, per fortuna, ho sentito
dire che in qualche modo si dovrebbe poter riuscire a rimediare. Intanto domani,
sotto suggerimento di qualche studente e della ragazza greca, anch’essa qui
come placement, proverò a chiedere al mio relatore una mano per ottenere questa
famigerata “card”; chissà che, come ha fatto il prof. Svedese della ragazza
greca, non mi registri all’Università.
In questo
momento mi sto preparando psicologicamente all’incontro di domani col
professore anche perché il problemino appena accennato non sarà l’unico
problema da risolvere, anzi, sarà forse quello meno rilevante. Devo assolutamente
farmi firmare un training agreement che mi permetterà di ricevere la mia borsa
di studio, senza della quale sarebbe un grandissimo problema (e meno male che
c’è la nonna altrimenti sarei già in perdita ora). Dopo di questo dovrò capire in che direzione orientare il mio lavoro di tesi e capire la disponibilità di dati che l’SMHI dovrebbe permetterci di consultare. Oltre a questo si dovrebbero programmare delle uscite sul campo, tra Norvegia e Svezia, e stabilire un mini piano di lavoro sul da farsi (che poi sarebbe il famoso training agreement).
c’è la nonna altrimenti sarei già in perdita ora). Dopo di questo dovrò capire in che direzione orientare il mio lavoro di tesi e capire la disponibilità di dati che l’SMHI dovrebbe permetterci di consultare. Oltre a questo si dovrebbero programmare delle uscite sul campo, tra Norvegia e Svezia, e stabilire un mini piano di lavoro sul da farsi (che poi sarebbe il famoso training agreement).
TO BE CONTINUED ...
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