Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_%28geologia%29 (28.12.2011 ore 14.03)
La risalita dei magmi
segue e rispetta i principi della “fluidodinamica”. La
risalita del magma assume caratteristiche diverse nel mantello e
nella crosta.
Nel mantello, il
meccanismo di risalita del magma è quello dei “diapiri
magmatici” ossia dei pennacchi o plume di magma che risalgono
attraverso il fluido ad alta viscosità del mantello.
Il fuso generatosi nei
punti tripli, ossia dove c'è un abbassamento della temperatura di
solidus, tende ad accumularsi nella parte superiore del residuo
solido in cui si è avuta la fusione parziale. Con il
tempo in questa zona si andrà accumulando un gran quantitativo di
fuso, inducendo un aumento della pressione verso l'alto.
È proprio DELTA P tra il
fuso e il fluido ad alta viscosità circostante che induce il
movimento di questi plume. Se la pressione delle rocce circostanti è
molto elevata, quindi ci troviamo a grandi profondità, il liquido
esce ma passa attraverso i pori, se ci troviamo invece in bassa
litosfera (30-40 Km) o litosfera superiore, la pressione del liquido
tenderà ad incanalare il fuso nelle rocce, fin quando la DELTA P sia
tale per cui il liquido spacchi la punta e salga. A quel
punto , la punta si richiude e ricomincia l'accumulo di pressione.
Questo meccanismo armonico è chiamato “tremore vulcanico”
ed è sismicamente rilevabile.
Tra astenosfra e
litosfera assistiamo quindi ad una risalita di questi diapiri, la cui
velocità di risalita dipende dalle:
- dimensioni del corpo;
- accelerazione di gravità;
- differenza di densità (pressione);
- viscosità.
Tutti questi fattori
permettono il meccanismo delle celle convettive, che esprime
il fenomeno di risalita del magma. Il fenomeno della convezione
sostiene il movimento verticale del magma lungo il mantello. Questo
movimento convettivo di materiale si sviluppa in seguito ad una
differenza di T tra il tetto e il letto della zona di convezione:
quando si riscalda un fuso esso si espande diventando meno denso,
quindi più leggero del materiale circostante, quindi il fluido
riscaldato tende a salire mentre il materiale più freddo e più
pesante scende a prendere il posto. Si instaura così un ciclo
convettivo.
Quindi una differenza
di temperatura genera una differenza di densità che permette la
risalita.
Dal punto di vista
fisico, la dinamica dei magmi è esprimibile tramite il NUMERO DI
RAYLEIGH e il NUMERO DI REYNOLDS.
Il numero di Rayleigh
esprime le forze di
galleggiamento, ossia permette di identificare le
condizioni di innesco dei moti verticali in fluidi viscosi, dove la T
cresce con la profondità. Può essere interpretato come il rapporto
tra le forze i galleggiamento e la forza di attrito viscoso o
meglio come:
Ra = L4 g
alfa beta ʆt
/ ɧ k
dove
L
= altezza dello strato (o spessore del condotto o spessore della
camera magmatica)
g
= gravità
alfa
= coefficiente di espansione termica del fluido
beta
= gradiente termico (DELTA T)
ʆt
= densità
ɧ
= coefficiente di viscosità
k
= coefficiente di diffusività termica
Il valore critico del
numero di Rayleigh è fissato a 1700 circa (numero adimensionale):
- al di sotto di questo valore, il trasporto del calore avviene per conduzione, quindi ci troviamo nel caso statico;
- quando il valore di Ra supera i 1700, si avvia la convezione, quindi inizia il trasporto di fluido più caldo verso l'alto.
Quindi il numero di Ra
definisce se un certo fluido è in convezione oppure no, e quindi
l'infiltrarsi di moti convettivi all'interno del mantello, di un
condotto vulcanico o di una camera magmatica.
Quindi la convezione è
direttamente proporzionale alla grandezza della camera magmatica (o
condotto) e alla DELTA T e densità, e inversamente proporzionale
alla viscosità.
Convezione:
trasmissione di calore che avviene in mezzi solidi, liquido e gassosi
tramite contatto diretto.
Ciò che invece definisce
se un certo fluido ha uno scorrimento laminare o turbolento è il
NUMERO DI REYNOLDS.
Il numero di Reynolds
permette di esprimere il flusso di scorrimento, distinguendo tra un
regime laminare e un regime turbolento. Il numero di Reynolds è
definito come il rapporto FORZE INIZIALI/FORZA D'ATTRITO VISCOSO
o meglio come
Re = u d f / ɧ
dove
u
= velocità del flusso
d
= diametro del condotto o camera magmatica
ɧ
= viscosità
f
= densità
La
forza inerziale è una forza apparente che trae origine dal sistema
di riferimento medesimo (ad es.: sul treno quando frena). Le forze
viscose sono le forze di resistenza allo scorrimento.
Il
rapporto tra queste due forze, definisce un valore critico pari a 1
(2000/2000) che distingue un flusso
laminare (se dominano
le forze viscose), con valore < 1, e un flusso
turbolento (se
dominano le forze inerziali) con un valore Re > 1.
In
regime laminare la traiettoria delle particelle è parallela alle
pareti del condotto. In caso di regime turbolento invece il materiale
viene ad essere trasportato da vortici ad alta energia.
Al
di sotto di un valore di circa 2000 il flusso è la minare ed il suo
profilo di velocità è parabolica.
Possiamo
considerare un condotto vulcanico come diviso in 2 parti: una parte
inferiore dove il
flusso è laminare, ed una superiore
in cui il flusso è turbolento.
Quando
il fuso sale lungo un condotto, il calo di pressione provoca la
liberazione e l'espulsione del volatile. Quindi l'aumento della
pressione all'interno della fase gassosa è tale da superare la
coesione del magma: avviene la frammentazione
del fuso (si genera
eruzione esplosiva). La forte diminuzione di densità della miscela
corrisponde ad un aumento della velocità di risalita. Questa può
superare anche di 100 volte la velocità che si avrebbe se il magma
fosse privo o sottosaturo in volatili. Questo perchè, dopo la
frammentazione, si ha un notevole calo di viscosità ed il numero di
Reynolds salta a valori molto alti, quindi in un regime assai
turbolento.
Fonti: appunti del dott. Gilberto Cerasuolo
Nessun commento:
Posta un commento