Fonte: http://datameteo.blogspot.com/p/castelverde-didattica.html (29.12.2011 ore 16.20)
Analizziamo
ora i complessi stratiformi, e quindi come si generano i layering
all'interno di una “camera
magmatica basica”
ossia dove un magma primario (femico, quindi basico) va perdendo le
sostanze basiche e si trasforma in magma sialico (quindi più acido).
Ovviamente il procedimento inverso non può avvenire.
Un
classico layer “modale”
è così costituito:
Plg → ANORTOSITE → è la
composizione mineralogica che mi identifica plagioclasio al 100%
Ol + Plg → TROCTOLITE → è un
insieme di Ol + Plg (=Gabbro)
Ol → DUNITE → è la
composizione mineralogica he mi identifica olivina al 100%
Tuttavia all'interno di
uno stesso layer non si assisterà mai ad una situazione del genere,
in quanto ad ogni singolo layer si assisterà ad un cambio della
composizione modale, legato alla differenziazione magmatica.
Nel caso reale quindi non
parliamo di layering modale, bensì di layering composizionale
(o criptico). Con questo tipo di layering si assiste ad un
controllo stratigrafico sulla composizione dei minerali. Infatti la
sovrapposizione dei diversi layer (quelli più vecchi in basso, e
salendo quelli più recenti) rispecchierà un trend differenziativo
composizionale a dente di sega. Ossia, ad ogni layer, salendo
sempre più, assisterò non solo ad una diminuzione dello spessore
relativo dei vari layer, ma anche ad una diminuzione della
percentuale relativa dei minerali che costituiscono il layer.
Ad esempio, l'Olivina
passerà da essere più ricca in Mg (quindi Forsterite), a via via
perdere Mg e caricarsi in Fe (diventando Olivina Fayalitica). La
serie dell'olivina passa dalla Forsterite (fonde a T più alte,
estremo Magensifero) alla Fayalite (estremo ferrifero). Quindi il
layering composizionale a dente di sega, al singolo layer, rimane
sempre lo stesso.
Ciò che varia è la
composizione del layer in funzione della pressione e della sequenza
di cristallizzazione del magma originario. All'interno di un singolo
layer, la legge di Stokes, è smepre rispettata: la legge di
Stokes esprime la velocità con cui sedimenta, attraverso una caduta
gravitativa, un corpo all'interno di un fluido a regime laminare
(cioè Numero di Reynolds < 1) e si esprime come
v = 2 r2 g
(ᶘc
– ᶘg)
/ g ɧ dove
r
= raggio del corpo in caduta
g
= accelerazione di gravità
ᶘc
= densità corpo
ᶘg
= densità fluido
ɧ
= viscosità del fluido
Ma
a grande scala, cioè tra un layer e un altro, la legge di Stokes non
è rispettata perchè troveremo Olivina sopra Plagioclasio.
All'interno
di una camera magmatica, la cristallizzazione inizia sempre in alto e
sulle pareti, perchè sono i punti più freddi di una camera
magmatica, e quindi dove il minerale può attecchire e
cristallizzare. Tuttavia la cristallizzazione sulla sommità della
camera, comporta che il layer cristallino sia soggetto alla gravità.
Difatti ad un certo punto tenderà a cadere e ad accumularsi sul
fondo (sempre se T e P sul fondo sono tali che non rifonda). Così
inizia il layering criptico.
Affinchè
però si sviluppi il layering composizionale e l'andamento a dente di
sega del layering, è necessario però che alla caduta gravitativa
del layer intervenga poi un moto convettivo che porti nuovo liquido
in sommità subentrando al layer precedente e continuando la
cristallizzazione. Ciò che controlla l'attivazione di un moto
convettivo all'interno di una camera magmatica è il NUMERO DI
RAYLRIGH. Se questo avrà valore superiore a 1700, si attiverà un
sistema convettivo. Osservando la formula del numero di Rayleigh, si
può notare che i moti convettivi all'interno di una camera magmatica
sono funzione soprattutto dello spessore della camera magmatica (è
il parametro più importante, dato che è alla quarta potenza, L4)
e la viscosità (che essendo al denominatore ci dice che i moti
convettivi sono inversalmente proporzionali alla viscosità del
magma).
In
un grafico che prende in considerazione questi 2 valori, possiamo
vedere che già in una camera magmatica di spessore di 100 m e M =
105,
si creano dei moti convettivi.
Se
il moto convettivo è regolato dal numero di Rayleigh, sia il moto
convettivo che la caduta gravitativa sono regolati nel loro flusso
dal numero di Reynolds. È necessario infatti che il numero di
Reynolds sia inferiore a 1, e quindi che il moto avvenga per flusso
laminare, e non flusso turbolento, perchè altrimenti non si
rispetterebbe il layering composizionale in blocco.
Il
flusso laminare del moto convettivo permette di far scendere il
blocco layer piano piano dal tetto al letto mediante plume, e
scenderebbe orizzontale senza girarsi. Anche nel caso del numero di
Reynolds entrano in gioco la viscosità e il diametro della camera
magmatica.
In
caso di camere magmatiche piccole, dove non si attiva la convezione,
la cristallizzazione non è dinamica, bensì statica, ed è definita
come cristallizzazione
in situ.
Questo
tipo di cristallizzazione passa attraverso il meccanismo del
DOPPIO-DIFFUSO.
È chiamato così perchè si sviluppa attraverso il gioco di due
fenomeni:
- la diffusione molecolare chimica (ossia una diffusione di materia), che provoca l'arricchimento di un minerale in una delle direzioni del cristallo;
- una diffusione di temperatura, o meglio una dissipazione termica, funzionale ad un “calore latente di cristalliazzazione” (da liquido a solido).
Il
cristallo si genera pertanto in 3 fasi:
- una inclinazione (cioè la stabilizzazione del nucleo del cristallo ad opera del blocco di altre celle);
- un'azione combinata di crescita sia per reazioni di interfaccia, che per diffusione chimica (che permette la crescita del cristallo);
- una crescita controllata dalla disposizione di calore.
Quindi
la diffusione chimica
(o molecolare) è il principale strumento di formazione e
accrescimento dei cristalli, insieme alla temperatura, da cui è
fortemente dipendente. Infatti la diffusione chimica garantisce
sempre il rifornimento di materia al cristallo che deve crescere
concentrando il minerale nel cristallo, sottraendolo dal magma
circostante.
La
diffusione chimica si sviluppa tramite 3 cause di spostamento di
materia nel reticolo:
- riempimento di lacune (gli atomi sono tutti uguali);
- tra gli interstizi cristallini, il passaggio di atomi più piccoli;
- sostituzione di atomi molto simili nel reticolo cristallino.
A
parità di T, la specie chimica che si diffonde più rapidamente è
il sodio, perchè è lo ione più piccolo e ha la carica più bassa.
Ogni
singola specie atomica ha una sua diffusione diversa: tanto più è
piccolo il catione, tanto più si muoverà facilmente negli
interstizi; tanto più è debole la carica, tanto più sono deboli i
legami che lo legano. Infatti la mobilità di un atomo dipende da:
carica
e raggio ionico.
Fonte: appunti del dott. Gilberto Cerasuolo
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