È importante studiare settimanalmente lo stato della neve in quanto questa ci può dare informazioni sulla stabilità del manto e potrebbe quindi prevenire incidenti causati da valanghe. Grazie a questo studio infatti si possono capire i movimenti che potrebbero scaturirsi sui versanti e allertare chiunque voglia avventurarsi fuori pista o comunque in montagna.
Questa settimana sono stato in Val di Fiemme per effettuare delle rilevazioni riguardanti appunto il manto nevoso. Vi spiegherò nel particolare in cosa consistono.
Partiamo elencando tutti gli strumenti che servono per fare questo tipo di analisi:
- Tavoletta cristallografica;
- lente;
- carotatore;
- dinamometro;
- sacchetto per la neve;
- foglio per profilo;
- termometro digitale;
- asta;
- pala.
I tecnici che fanno queste operazioni hanno a disposizione più campi neve dove effettuare i loro calcoli e dove dispongono di tutti questi attrezzi. Il campo neve ovviamente deve avere grandezza adeguata e grande a tal punto da riuscire nell'arco di un anno ad effettuare tutte le misurazioni necessarie. Questo perchè la parte utilizzata per le analisi non può essere riutilizzata in un secondo tempo e bisogna spostarsi pochi cm più in la.
Foto 1 - Campo neve
Il primo passo è quello di appoggiare l'asta dotata di una scala in cm sulla superficie della neve senza imprimere nessun tipo di peso. L'asta è normalmente alta 1 m e pesa 1 kg e consiste in un tubo avente una scala in cm e in una parte finale appuntita per facilitare la penetrazione nella neve. A quest'asta viene aggiunto successivamente un peso di 1 kg nella parte superiore che servirà a farla penetrare sempre più nella neve grazie ad una serie di colpi. Quest'ultimi verranno segnati nell'apposito spazio del foglio per il profilo. Messa l'asta sulla neve ci si affretta a scrivere immediatamente sul foglio appena citato quanto questa è sprofondata. Il foglio è costituito principalmente da 3 parti caratterizzate da una serie di colonne dove si inseriscono tutti i dati riguardanti il contenuto in acqua liquida della neve, la forma dei grani FF, le dimensioni dei grani E e il test della mano R. Il primo componente indica il tipo della neve presente ovvero se questa è asciutta (1), umida (2), bagnata (3), molto bagnata (4), fradicia (5). Il secondo componente indica le varie forme nei quali i grani di neve si presentano al momento dello studio. Le dimensioni dei grani vengono misurate in mm mentre il test della mano consiste nel valutare la durezza della neve e si indica con i seguenti valori: pugno (1), 4 dita (2), 1 dito (3), matita (4), lama coltello (5), ghiaccio (6). Nel foglio per il profilo viene poi indicato il luogo, l'altitudine, il rilevatore e tutta una serie di dati riguardanti la zona di rilevamento.
Foto 2 - Asta
Iniziamo a descrivere i vari passi e vedere dove e come mettere i dati rilevati nel foglio in modo da rendere più chiaro il tutto. Abbiamo fin'ora inserito l'asta senza nessun peso aggiunto nella neve. Questa viene indicata come prima misurazione e segnata quindi sul foglio. Si segna nella prima colonna il peso dell'asta Q (1), nella seconda il peso aggiunto P e quindi (0) nel nostro caso, nella terza il numero N di colpi del peso aggiunto e quindi ancora (0), nella quarta l'altezza da dove viene rilasciato il peso H (0), nel quinto la profondità di quanto è scesa l'asta X (3), nella sesta la differenza di profondità dalla misurazione precedente (0) e nella sesta e ultima colonna la formula R che spiegheremo successivamente. Il criterio con il quale si stabilisce quanti colpi dare al peso e quindi quando fermarsi per segnare a che profondità si è arrivati con la penetrazione dell'asta è tutta a discapito del rilevatore che in base all'esperienza capisce quando ci si trova in presenza di un cambio di strato. Queste misurazioni infatti servono per indicarci quanti strati diversi troviamo all'interno del nostro manto nevoso. Il cambio di strato è intuibile facendo attenzione al modo di penetrazione dell'asta stessa. Quando quest'ultima al colpo del peso tende a scendere in maniere diversa dai colpi precedenti vuol dire che siamo in presenza di un nuovo strato, più o meno resistente.
Procediamo inserendo il peso da 1 kg segnando questa operazione come una ulteriore misura. L'asta non si è mossa e quindi si riempirà il foglio con i seguenti numeri: 1,1 (peso aggiunto),0,0,3,0,20. La terza misurazione è risultata 1,1,4,2,6,3,47. Detto in parole povere significa che abbiamo dato 4 colpi da un'altezza di 2 cm e l'asta è scesa a 6 cm ovvero 3 cm in più rispetto a prima. Abbiamo continuato così fino a raggiungere l'altezza della neve massima che è risultata di 87 cm.
Segnato i dati si passa alla fese successiva che consiste nell'individuare e verificare i vari strati presenti nel manto nevoso. Si scava quindi con una pala dove si è inserita l'asta fino a raggiungere il terreno. Una volta scoperta l'asta ci si aiuta con un pennello per individuare meglio i singoli strati che vengono riconosciuti in base sempre all'esperienza del rilevatore ma che si possono notare anche dal cambio di contrasto presenti sulla colonna di neve. Nel nostro caso si sono rilevati circa 7 strati.
Foto 3 - Riconoscimento strati
Per ogni strato si procede quindi a individuare il tipo di neve, la durezza, il peso e la forma dei grani contenuti. Nella sezione dedicata verrà quindi indicato l'altezza dello strato Da-A, il contenuto in acqua liquida, la forma dei grani FF (individuata tramite la lente), la dimensione E (individuata tramite la lente) e il test della mano R con eventuali commenti. Gli strati da noi trovati sono stati 7 composti da neve asciutta per tutti gli strati forchè i primi due dove la neve è risultata umida. La dimensione varia tra i 0,3 mm dei primi strati ai 1,5 mm dell'ultimo fatta eccezione del sesto strato tra i 52 cm e i 15 cm avente dimensioni dei grani pari a 12 mm.
Foto 5 - Riconoscimento forma grani
La fase 3 consiste nella misurazione della temperatura della neve tramite il termometro digitale. Normalmente, dipende dai casi, si prende la temperatura ogni 10 cm. Nel nostro caso la neve è passata dai -3,5°C del secondo strato fino ai -0,2°C dell'ultimo. Il primo strato essendo a contatto con i raggi solari è risultato pari a 0°C. Nel foglio vengono inseriti i dati solo le colonne H (l'altezza della misura) e C (temperatura).
Foto 6 - Termometro digitale
Ultima fase è la misurazione del peso tramite il dinamometro. Si pesa ogni singolo strato se possibile. Si utilizza un carotatore che serve per raccogliere la neve e per inserirla in un sacchetto apposito. Si procede alla lettura del peso usando il dinamometro. Ogni strato e tipologia di neve ha un un suo peso.
Foto 7 - Peso della neve, dinamometro
Tutti i dati trovati vanno ovviamente segnati nel foglio per il profilo. La forma dei grani va letta attraverso una lente ed è importante fare questo tipo di misurazioni in quanto ci forniscono, come detto uin precedenza, il tipo di coesione che ha la neve. Si può capire subito il tipo di valanga che potrebbe scaturirsi dal versante nel quale stiamo effettuando il versante.
Foto 8, 9 - Foglio per il profilo
Ribadisco l'importanza di queste misurazioni e la bravura degli operatori che le effettuano. Sono importantissimi per quanto riguarda la prevenzione di incidenti causati da valanghe e importanti perchè danno sempre un quadro generale della situazione valnghiva nei luoghi di montagna a chi volesse fare gite sciistiche. Esiste una scala di rischio che viene stilata grazie a questo. Eccola qui (fonte: http://www.visitfiemme.it/cosa-fare/inverno/valanghe):
- debole (condizioni generalmente sicure);
- moderato (condizioni favorevoli a gite ma bisogna comunque considerare qualche zona pericolosa);
- marcato (gite sciistiche limitate e richiesta di buone capacità di valutazione locale);
- forte (gite molto limitate e richiesta un'ottima capacità di valutazione locale);
- molto forte (gite non possibili).
Vi rimando a consultare il sito dell'ARPAV e vi consiglio ogni qualvolta decidiate di avventurarvi in montagna di telefonare alla Guardia Forestale o a qualsiasi ente che si occupi della sicurezza del luogo per richiedere la situazione del rischio valanghe ed ulteriori consigli.
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