martedì 22 marzo 2011

Inquinamento del suolo e delle acque


Il Terzo appuntamento OIKOS è stato più breve degli altri e sono intervenuti il dott. Giuseppe Castaldelli del Dipartimento di Biologia ed Evoluzione e il prof. Alessandro Gargini del Dipartimento di Scienze della Terra nonchè ex docente di Ferrara. Questo ha permesso un acceso dibattito alla fine degli interventi. 

Per quanto riguarda il primo intervento sarò molto breve in quanto l'esposizione non mi ha suscitato particolare interesse, non certo a causa del dott. Castaldelli ma per l'argomento in generale.

Il tema era l'inquinamento e l'eutrofizzazione.

Quest'ultimo termine vuole dire un contenuto quasi eccessivo di sostanze nutritive in un certo ambiente. Per sostanze nutritive intendiamo in particolar modo nitrati, fosfati o zolfo che provengono sia da fonti naturali che antropiche (es. Fertilizzanti, detersivi, scarichi). Questi accumuli eccessivi formano un processo biologico, successivo al loro rilascio, dell'accrescimento degli organismi vegetali, in particolar modo di alghe microsopiche. A loro volta, detto in parole povere, non essendo le alghe consumate completamente dai „predatori“primari provocano un aumento di batteri. Non è finita qui. Questo comporta un aumento del consumo dell'ossigeno che a sua volta provoca all'interno dei fiumi la morte di pesci. Ecco qui perchè lo si considera un inquinamento.

Il secondo intervento, più di mio interesse, si è incentrato sull'inquinamento delle sottosuolo di Ferrara. Il prof. Gargini infatti ci ha fatto subito presente che il terreno ferrarese ha una certa quantità di eteni ed etani clorurati. 

Ci sono varie zone ferraresi colpite da questo tpo di inquinamento:

  1. ZONA NORD: pontelagoscuro;
  2. ZONE EST: via caretti, area balsata, inquinata da clorurati e altre sostanze dovute alla presenza di 2 dischariche derlla zona;
  3. ZONA OVEST: inquinamento dovuto ad uno stabilimento petrolchimico. 
L'inquinante più pericoloso è il Cloruro di vinile (VC) in quanto è molto solubile e volatile. Essendo poi molto denso tende ad andare verso il basso nel sottosuolo dove poi, per processo di evaporizzazione, sale in superficie. Con fenomeni di convezione può infine arrivare addirittura fino al di sotto degli edifici dove, se trova delle fratture, crea non pochi problemi.
Come dicevo, siccome il Cloruro di vinile è molto denso tende ad andare verso il basso e quindi inquina uan zona molto ampia penetrando a volte anche nelle argille e nei sedimenti ancora più fini.

Ma come si fa a capire il rischio e i danni che può provocare questo tipo di inquinamento? 

Non è facile saperlo ma si possono fare delle analisi di rischio ovvero:
  • stima la conentrazione in superficie;
  • uso della camera di flusso;
  • immettendo nelle case degli strumenti per misurare cosa circola nell'aria.

In sostaza possiamo dire che:
  • è un inquinamento ereditato dagli anni '50 o '60;
  • l'acqua potabile è sicura;
  • non si sa quali rischi reali ci siano;
  • i sedimenti fini che si trovano nel sottosuolo potrebbero essere degli ottimi tappi che non permettono l'uscita di questi gas inquinanti, almeno non in quantità serie;
  • esiste un potenziale di attenuazione naturale.

È un riassunto del riassunto in quanto vuole dare solo degli spunti che, a chi è interessato, può dare degli imput importanti. 

Alla fine dell'incontro, come ho accennato all'inizio, c'è stato un acceso dibattito attraverso una serie di domande proveniente principalmente da un gruppo di persone e rivolte esclusivamente al prof. Gargini. Dal modo nel quale sono state fatte queste domande sembrava, ad un certo punto del dibattito, di assistere ad una disputa dove da una parte risponde l'esperto e dall'altra dei capi di associazioni o comitati ambientalisti chiedono spiegazioni e chiarimenti su degli eventi discordanti. Questo è solo, e niente di più, un mio puro parere personale. Non prendetela come offesa. 

Fonti: conferenza OIKOS del 21 marzo 2011 svolta al Polo Bio-chimico MAMMUT presso l'Università degli Studi di Ferrara. 





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